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La testimonianza o recensione

La testimonianza, o recensione, è fondamentale per tutti, nessuno escluso!

Da recenti interviste è emerso che ben il 71% dei consumatori acquista solo dopo aver controllato le recensioni presenti sui social media o sui siti internet.

Un numero sempre maggiore di utenti, infatti, diffida sempre di più delle big celebrities o degli influencer con milioni di follower.

Invece, ben il 90% dei consumatori dichiara che l’autenticità è il fattore più importante sul quale basare le proprie scelte di consumo. Per questo stanno prendendo sempre più piede gli Organic Influencer, ovvero  influencer che interagirscono sinceramente con il brand, senza ricevere un compenso. (fonte: https://insta-go.it/organic-influencer-levoluzione-dellinfluencer-marketing/)

Le recensioni quindi rappresentano un’ottima referenza: a condizione, però, che siano scritte in modo efficace e da profili veri!

Già, ma quando una recensione può dirsi “efficace”?

Quando il cliente parla di sé, non di voi!

Parlare di voi come un professionista “serio e competente” certo è gratificante ma non aggiunge nulla di valore.

Oramai, essere preparati e professionali è un pre-requisito. Viene dato per scontato! A nessuno verrebbe mai il dubbio di rivolgersi ad un professionista "abbastanza" preparato...

Piuttosto, per essere efficace nella testimonianza o recensione il cliente deve parlare di sé, dei suoi problemi e di come li ha risolti grazie al vostro intervento.

Questa testimonianza o recensione, sì che fa presa ed è determinante ai fini di una decisione. Dà valore aggiunto ai vostri prodotti e/o servizi e fa sì che siate i prescelti di fronte ad una vasta e variegata platea di competitor.

Superfluo soffermarsi sul secondo aspetto: la recensione deve essere scritta da persone vere. I profili devono essere verificabili, le società realmente esistenti.

Evitate i penosi “Mario Rossi” o “Roberta F.” con avatar anonimi. Piuttosto, meglio nulla.!!!

Laura Caracciolo, Social Media Manager

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Come cercare lavoro su LinkedIn

Cercare lavoro su LinkedIn? Certo, stiamo parlando proprio di quello che è lo strumento di eccellenza per la ricerca di un lavoro. È un social network molto diffuso e molto utilizzato. Inizialmente nato proprio per la ricerca del personale, nel corso degli anni LinkedIn è diventato il social dei professionisti, un luogo virtuale dove commentare, condividere ed interagire su temi legati al lavoro e al business.

Già, ma come si fa a cercare lavoro su LinkedIn?

Innanzitutto abbiate cura del vostro profilo: scegliete una foto professionale ma non troppo seriosa, impostate una immagine di sfondo che sia coerente con la vostra professionalità e abbiate cura di compilare ogni campo relativo alle vostre esperienze lavorative sia pregresse che attuali.

Inserite tutte le informazioni in vostro possesso: le capacità, le esperienze, le lingue conosciute e anche aspetti della vostra personalità. Insomma, tutto ciò che può essere utile per rappresentarvi al meglio.

È molto importante che il vostro profilo sia attivo e puntualmente aggiornato. Pubblicate con regolarità post scritti da voi e debitamente corredati da immagini in perfetta coerenza con il testo. I post hanno però un contenuto limitato: ogni tanto dilungatevi un po' di più e cimentatevi nella stesura di veri e propri articoli che, a differenza dei post, vi consentiranno di esporre in maniera più ampia il vostro pensiero.

Se leggendo i quotidiani on line trovate un articolo interessante condividetelo pure esponendo però anche le vostre personali considerazioni in merito.

Ampliate la rete dei contatti e fate network: interagite con le nuove conoscenze commentando i loro post, segnalandoli con un “mi piace” o altro (anche LinkedIn ha ampliato la possibilità di scelta delle emozioni). Se qualcuno commenta un vostro post, mettere pure un like al suo commento e non dimenticate di condividere i post altrui!

In questo modo state costruendo la vostra visibilità e la vostra reputazione.

Per la vera e propria ricerca del lavoro, cliccando sulla voce “lavoro” iniziate a fare la ricerca del lavoro inserendo la parola chiave di vostro interesse. Utilizzate i filtri per una ricerca avanzata e quando trovate l’offerta che vi interessa candidatevi subito seguendo le indicazioni dell’azienda.

Infine, non dimenticate di attivare gli alert, gli avvisi di ricerca: in questo modo sarete ben certi di non perdere nessun annuncio!

Laura Caracciolo, Social Media Manager

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Quanti fan deve avere una pagina Facebook?

Molti se lo domandano: quanti fan deve avere una pagina Facebook per essere considerata “importante” o per essere notata da eventuali sponsor o da possibili influencer?

In realtà il numero dei fan è solo un miraggio, una illusione. Spinti dall'apparire piuttosto che dall'essere molti si pavoneggiano e sbandierano qua e là numeri strabilianti di fan e follower e con ciò si sentono davvero appagati. Eppure non è così. Sono tante le pagine che hanno migliaia e migliaia di fan ma, purtroppo, pochissime interazioni.

Non c’è nulla di più triste che vedere una pagina in teoria molto apprezzata e seguita con scarso engagement sotto ogni post.

Nessun commento, pochissime condivisioni, poche reazioni...

Questo accade quando si comprano fan oppure quando vengono inviate persone che non hanno alcun interesse ad interagire con la pagina: magari non ne condividono l’obiettivo o parlano un’altra lingua quindi i contenuti per loro sono del tutto incomprensibili.

Però, se i fan della pagina sono persone “in target” e i post non ricevono l’attenzione che vorremmo, forse vale la pena fermarsi e riflettere un attimo.

In un mondo come quello digitale, in continua evoluzione, esistono comunque dei punti fermi, dei capisaldi che ogni social media manager o chi si occupa della comunicazione dovrebbe sempre tener a mente.

Coinvolgere, dialogare, attivare le conversazioni, emozionare, informare sono gli unici imperativi su cui si dovrebbe basare una strategia di social media marketing che si rispetti.

In conclusione, quando mi chiedono quanti fan deve avere una pagina Facebook io rispondo sempre che è preferibile avere pochi seguaci ma attivi piuttosto che vantare un esercito numeroso ma immobile.

Laura Caracciolo, Social Media Manager

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Come gestire al meglio i social media

Cosa si può fare per gestire al meglio i social media? Cosa bisogna pubblicare? E’ giusto condividere gli articoli? Conviene intervenire per commentare? Se anche voi avete queste perplessità, ecco 7 consigli che vi saranno utili.

1- Regola n. 1: content is king. Create contenuti originali, contenuti che danno valore. Già, ma quali sono i “contenuti di valore”? sono quelli che

  • creano emozioni
  • risolvono dubbi
  • danno informazioni

Partite dal bisogno di chi vi legge: cosa vuol sapere il nostro pubblico? Quali problemi gli posso risolvere?

2- Avete già definito la vostra buyer persona, cioè il profilo tipo del vostro utente/cliente? Se non lo avete ancora fatto, è il caso di provvedere al più presto: solo così potrete sapere quali sono le sue necessità e quali contenuti cerca e, di conseguenza, cosa scrivere.

3- Anche il “persuasive copywriting” ha la sua importanza. Siate sempre positivi, eliminate i “non” e i “no” dalle frasi. Ad esempio: “Non hai voglia di soffrire il freddo e il gelo?” diventa “Ti piacerebbe restare caldo tutto l’inverno?”.

4- Siate sempre presenti rispondendo rapidamente (impegni permettendo) a messaggi e commenti, prestando attenzione ad ogni utente e rendendo le risposte coerenti con la mission dell’azienda e/o con la vostra storia personale.

5- Ogni volta che pubblicate un articolo o condividete un post altrui aggiungete sempre un tocco personale. Se state pensando di pubblicare un link semplicemente condividendolo, senza comunicare la vostra opinione in merito, allora fermatevi: meglio non pubblicarlo affatto. Ricordate che il pubblico continua a seguirvi solo se conosce i vostri punti di vista.

6- Non fate troppe domande. Di solito domandare vuol dire coinvolgere il pubblico e renderlo partecipe delle attività della vostra professione o azienda. Se si esagera, però, si ottiene l’effetto opposto: gli utenti non riusciranno a starvi dietro e si annoieranno per i troppi quesiti.

7- In medio stat virtus. Per aumentare l’engagement del pubblico è importante saper dosare i comportamenti: ponete pure domande, ma non troppe, siate divertenti ma senza esagerare, non abbiate paura di esprimere opinioni diverse dalla massa ma evitate informazioni inutili e non richieste!

Se vi attenete a queste semplici regole ecco che diventerà molto più agevole gestire al meglio i social media.

Laura Caracciolo, Social Media Manager

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Meglio un gruppo o una pagina Facebook?

Questa è una domanda che molto spesso mi viene rivolta. È meglio un gruppo o una pagina Facebook?

Che differenza c’è?

Il gruppo è una comunità di più persone accomunate dallo stesso interesse. In questo caso, tutte le persone coinvolte (i componenti del gruppo) sono interessate a partecipare e perciò interagiscono sullo stesso argomento e postano contenuti testuali e multimediali.

Se ricevete un invito ad iscrivervi ad un gruppo, una volta accettato riceverete, in qualità di membro, tutte le notifiche.

Se avete deciso di creare voi un gruppo (siete quindi l’”amministratore”), è vivamente consigliabile stabilire delle regole ben precise onde evitare pubblicità o contenuti fuori tema (patti chiari, amicizia lunga!).

Un gruppo può avere più amministratori ai quali spetta il compito di moderare le discussioni, approvare le richieste di iscrizione di nuovi membri, monitorare l’attività del gruppo.

Un gruppo funziona solo se le persone coinvolte sono realmente interessate all’argomento: evitate perciò di invitare chiunque.

Un gruppo attivo richiede un grande lavoro di marketing on line e off line: deve essere seguito, alimentato, occorre essere tempestivi nei riscontri e deve anche essere accompagnato da eventi che fungono da corollario e da ulteriore collante.

I Gruppi Facebook possono essere di 3 tipi:

  • i gruppi pubblici permettono l'iscrizione a chiunque abbia un Profilo Facebook;
  • i gruppi chiusi possono essere cercati e visti da chiunque, ma solo i membri possono postare contenuti;
  • i gruppi segreti sono “invisibili” e l’iscrizione può avvenire solo su invito.

La pagina è una sorta di profilo per aziende, studi professionali, singoli professionisti, Enti Pubblici e organizzazioni non governative.

Chi amministra la pagina (ma anche altri ruoli tra cui l’editor) ha la possibilità di programmare i post sulla base di un calendario editoriale definito, può metterli in evidenza e creare così sponsorizzazioni utili per raggiungere utenti in target, per aumentare i “mi piace” alla pagina. Inoltre, grazie agli insight si può avere visione dell’andamento della pagina e dei singoli post e molte altre informazioni.

Insomma, è meglio creare un gruppo o una pagina Facebook? Analizzate bene le vostre esigenze e poi scegliete!

Laura Caracciolo, Social Media Manager

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Come creare engagement

Molte persone non appena creano un account sui social media sembrano bambini all’interno di una sala giochi. Vedono un mondo nuovo, affascinante, coinvolgente. La possibilità di pubblicare foto, storie e video è talmente entusiasmante che diventa impossibile opporre ogni qualunque forma di resistenza.

Così ogni giorno o più volte al giorno sono presenti sulle varie piattaforme con i loro selfie, i loro post, i loro racconti dando così sfogo al narcisismo ed alla voglia di protagonismo. Niente e nessuno li può fermare!

Pubblicare post è giusto, postare video e selfie anche, intendiamoci….

Però se si vuole creare una rete di contatti, interagire deve essere un imperativo non secondario soprattutto in un social media quale LinkedIn dove un buon network può essere di grande aiuto per lo sviluppo del proprio business.

Se il bello e la peculiarità di internet è proprio la bidirezionalità, questa deve essere realmente posta in essere se si vuole creare engagement.

In buona sostanza, fino a qualche anno fa la pubblicità tradizionale ci ha proposto un modello univoco: da una parte il brand o la persona che parla (bene ovviamente) di sé, dei suoi prodotti o servizi e dall’altra l’utente che deve accettare passivamente le informazioni senza poter interagire in alcun modo.

Nei social media, invece, è possibile commentare i post altrui, condividerli, esprimere il proprio parere attraverso recensioni.

Tutte queste attività, però, devono essere poste in essere realmente e quotidianamente e sono fondamentali per creareengagement” ovvero il coinvolgimento degli utenti.

Un rapporto univoco del tipo “io pubblico, tu leggi” a meno che non siate già una autorità nel vostro settore, è sterile, improduttivo, non crea engagement, non genera, cioè, coinvolgimento né passaparola e alla lunga stanca.

In fondo se “tu pubblichi e io devo leggere” perché non può avvenire anche il contrario, cioè “io pubblico, tu leggi”?!

Laura Caracciolo, Social Media Manager

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La gestione delle obiezioni

Un cliente deluso, un fan perplesso possono lasciare delle recensioni negative sul nostro sito o possono scrivere commenti poco piacevoli in risposta ad un nostro post.

La gestione delle obiezioni è fondamentale per un social media manager ma anche semplicemente per chi cura in autonomia la propria comunicazione.

Gestire male questo aspetto, sottovalutare o peggio ignorare feedback negativi può rivelarsi controproducente.

Ecco allora un decalogo che vi potrà essere di aiuto nella gestione delle obiezioni.

  1. Al commento negativo bisogna sempre dare un riscontro: a nessuno piace essere ignorato.
  2. Rispondete nel più breve tempo possibile, ma prima di scrivere sinceratevi di aver fatto un bel respiro e di aver contato fino a 10!
  3. Scrivete la risposta prima su un taccuino o su un foglio word: avrete così modo di rileggere quanto scritto ed eventualmente di modificarlo.
  4. Rispondete sempre con la massima educazione e professionalità.  Evitate l’ironia: servirebbe solo ad inasprire i toni
  5. Se effettivamente il disservizio è stato causato da voi, chiedete scusa e proponete una soluzione
  6. Cercate di cogliere il lato positivo della critica: vi sarà di aiuto nel formulare la risposta ma anche per migliorare il vostro prodotto o servizio.
  7. Cercate di fornire risposte personalizzate in linea con le necessità manifestate dall’utente
  8. Se la conversazione tende a degenerare spostatela sul privato: chiedete alla persona di poter continuare attraverso scambio di email o messaggi privati
  9. MAI cancellare i commenti negativi. La tentazione è forte, si sa, ma sarebbe deleterio per la vostra reputazione
  10. Una critica ben gestita può rappresentare una fonte di passaparola, può generare engagement e soprattutto può convertire un cliente deluso in un cliente fedele.

Laura Caracciolo, Social Media Manager

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Alla ricerca del contenuto di valore

Secondo una recente indagine ben il 43% degli italiani è presente sui social media per cercare un contenuto di valore di cui fruire.

Pensateci un attimo: potreste essere proprio voi la fonte di ispirazione di questa grande fetta di internauti che pian piano inizierebbe a seguirvi…

Potreste essere proprio voi l’esperto, l’autorità del settore che le persone potrebbero prendere come modello.

Allora iniziate subito. Ecco 6 consigli che vi potranno essere di aiuto.

1- Selezionate i canali dove essere presenti: l’errore che molti commettono, infatti, consiste nel voler presidiare tutte le piattaforme social e così aprono account su account. A meno che non disponiate di tanto tempo, di tanti soldi e di tante risorse umane, lasciate perdere. Meglio un solo social network ben gestito che tanti poco curati!

2- Garantite continuità: i fan vi seguono, si aspettano da voi notizie, informazioni, suggerimenti, novità del settore. Non potete essere “generosi” i primi mesi e poi pubblicare “quando capita” qualcosa. Mai tradire le aspettative di chi vi segue.

3- Pubblicate contenuto di valore: mettetevi nei panni dei vostri clienti e fornite loro spiegazioni, consigli, informazioni, risposte alle domande più frequenti, materiale gratuito scaricabile, create una rubrica settimanale “l’angolo dell’esperto”: un appuntamento fisso ed interessante per chi vi legge in modo da creare un’aspettativa…

4- I contenuti devono essere fruibili da chiunque: questo significa che il linguaggio deve essere semplice, chiaro, evitate termini tecnici, in lingua straniera o sigle e se siete costretti ad utilizzarli, spiegatene subito il significato

5- Inserite sempre una call to action, cioè una chiamata all’azione: in pratica spiegate all’utente cosa deve fare dopo aver letto il post: visita il sito, telefona per un appuntamento, compila il modulo per una consulenza personalizzata etc…

6- Ripubblicare fa bene: ogni tanto riproporre il contenuto interessante di un post che ha avuto successo è bene riproporlo. Con le giuste modalità e con la giusta tempistica!

Laura Caracciolo, Social Media Manager

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L’arte di comunicare ovvero come scrivere contenuti di successo

Comunicare non è facile. Si corre molto frequentemente il rischio di essere autoreferenziali e parlare esclusivamente dei propri prodotti e servizi elencandone caratteristiche e qualità.

Il caro vecchio slogan “La qualità al miglior prezzo” oramai da anni non funziona più. Il pubblico vuol sapere cosa ci può fare con quei prodotti e servizi, quali problemi gli risolvono.

Il content marketing (o marketing dei contenuti) serve proprio a questo: a calarsi nei panni del cliente, dell’utente, di chi ci legge e a guardare il mondo con i suoi occhi.

La cosa più importante per chi scrive contenuti è essere in grado di rispondere alla seguente domanda “perché devo comprare da te piuttosto che da un altro o comunque perché dovrei comprare?”  che ogni lettore si pone. (per saperne di più vai su https://venditorevincente.com/)

Molti professionisti o aziende anziché riflettere su questo aspetto (e dare una risposta) preferiscono presidiare tutte le piattaforme social possibili ed immaginabili.

A meno che non si posseggano risorse (umane ed economiche) in abbondanza, il risultato di questo “presidio” è un autentico disastro: account gestiti male dove l’ultimo post risale a due mesi fa, nessuna interazione con gli utenti, poche e mal curate immagini.

Ecco invece l’arma vincente su cui puntare: contenuti di qualità.

Di seguito 5 utili consigli che vi consentiranno di attrarre l’attenzione del vostro pubblico

  • Raccontate, raccontate: chi siete, la vostra storia, la vostra mission, i vostri valori
  • Usate un linguaggio semplice e chiaro: se siete costretti ad usare sigle o termini tecnici spiegatene subito il significato
  • Siate sempre aggiornati: pubblicate subito le news del vostro settore
  • Tenete d’occhio i trend (google trend: https://trends.google.it/trends/?geo=IT vi può dare una mano) per capire cosa cerca o cosa vuole il vostro pubblico
  • Usate esempi pratici, testimonianze o casi di successo: coinvolgono, emozionano e generano passaparola (buzz)

In genere a nessun professonista o a nessuna azienda mancano i contenuti: quel che manca è la narrazione.

Non è facile scrivere ma con un po' di buona volontà, dedizione e adeguata formazione ci si può riuscire.

Buon lavoro!

Laura Caracciolo, Social Media Manager

comprare profili falsi non è la scelta giusta

Quasi quasi compro profili falsi

Fermati subito. Se anche tu stai facendo questo pensiero conta fino a 10 e leggi questo articolo.

Vediamo se avrai ancora intenzione di comprare profili fake. Normalmente chi arriva a questa decisione è un po' avvilito e frustrato perché vede che nonostante gli sforzi (?) gli account social non crescono o crescono poco.

Comprare profili falsi non è una buona strategia per i seguenti 5 principali motivi.

1- Il profilo, essendo finto, non è minimamente interessato a seguire la pagina quindi non interagisce con i contenuti ed i post. Questo significa rischiare di avere un account con moltissimi fan ma con pochissime interazioni, cioè con poche persone disposte a mettere “mi piace”, commentare, condividere. Il risultato: tanti like, poco engagement.

2- La sola crescita organica di una pagina è un po' difficile…. Si può attingere al bacino degli amici, dei conoscenti ma poi c’è una inevitabile stasi. Meglio ogni tanto prevedere una sponsorizzazione di qualche post interessante in modo da raggiungere un target di utenti mirato.

3- Non è importante il numero dei fan, ma le loro interazioni. E per averle c’è un solo sistema: raggiungere persone in target. Ricorda: noi non convinciamo nessuno. Noi “vendiamo” solo agli utenti in target.

4- Sai che i social network sono sempre più attivi nella ricerca ed eliminazione dei profili falsi? Rischieresti di veder vanificati i tuoi sforzi ed i tuoi investimenti...

5- Invece di pensare al numero dei fan, dai un’occhiata ai contenuti. Sono interessanti per chi legge? Dai utili informazioni? Sono di facile comprensione o sono ricchi di tecnicismi?

Se tu fossi un utente, seguiresti la tua pagina? Rispondi sinceramente!

Allora, sei ancora sicuro che comprare profili falsi sia la scelta giusta?

Laura Caracciolo, Social Media Manager

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