Tag e foto altrui sui social davvero serve il consenso (1)

Tag e foto altrui sui social: davvero serve il consenso?

“Ho messo la nostra foto on line!” o “Posso postare la nostra foto?

 “Ti ho taggato!” o “Posso taggarti”?

Le implicazioni giuridiche dei gesti quotidiani tra legge e galateo della rete

Una vita che si sposta sempre più sui social e, di conseguenza, un mercato in costante crescita, cambia i nostri comportamenti su come vengono utilizzati questi nuovi mezzi di comunicazione e di manifestazione del pensiero. Si potrebbero scrivere fiumi di inchiostro (o digitare milioni di byte come è più giusto forse corretto dire oggi?) sull’argomento e non mancheremo di tenervi informati. Oggi parliamo di fotografie e TAG.

Pubblicare una propria fotografia online è diventato un gesto quotidiano e, per non pochi, istintivo se non addirittura compulsivo. Anche noi abbiamo un amico o un conoscente che ci delizia sui social rendendoci edotti di ogni momento della sua giornata, dei suoi pensieri, di ciò che mangia accompagnando il tutto con serie di fotografie che, non dimentichiamolo, entrano nella potenziale disponibilità di tutta la rete. Non solo, quindi, di amici e della cerchia dei follower, che può essere più o meno ampia, ma anche di malintenzionati, pirati informatici, creatori di falsi profili e false identità a cui viene gentilmente messo a disposizione tutto il materiale e le informazioni per commettere reati a danno non solo del diretto interessato, ma anche dei suoi amici e contatti.

Purtroppo, spesso, non riflettiamo sul fatto che un nostro gesto può mettere in difficoltà anche altre persone, che potrebbero non gradire. Ma andiamo con ordine e, prima di tutto, ricordiamo che il nome e l’immagine di una persona sono dati personali che, insieme ad altri, fanno parte del patrimonio della sua identità che non possono essere utilizzati senza un suo esplicito consenso. Farlo senza autorizzazione vuol dire violare la riservatezza di una persona con il rischio che ci chieda i danni. Ricordiamoci anche che avere il permesso di scattare una foto con qualcuno NON ci concede automaticamente il diritto di pubblicarla. Dobbiamo quindi chiedere il consenso ad un amico per pubblicare una foto in cui siamo a tavola insieme? Sarebbe corretto e, in ogni caso, ricordiamo che siamo obbligati a togliere dai nostri profili, e quindi dalla rete, le foto da noi pubblicate dove vi sono altre persone che ci chiedono di farlo.

Per quanto riguarda i minori la questione diventa ancora più delicata; se dopo i 14 anni possono scegliere se “dare in pasto” alla rete le loro immagini, al di sotto di questa età è necessario il consenso di entrambi i genitori che, in ogni caso, dovrebbero essere consapevoli dei rischi a cui espongono i loro figli e di cui ci siamo già occupati (https://www.emeracomunicazione.it/2020/04/27/digital-kidnapping-il-rischio-in-rete/)

I TAG possono creare gli stessi problemi. Il popolare gesto di taggare qualcuno vuol dire informare l’intera rete di chi si trova con me in quel momento collegando l’immagine e contribuendo alla sua identificazione e, non dimentichiamolo, alla sua profilazione da parte di chi incrocia i dati a fini commerciali o magari illeciti. Taggando una persona a pranzo con me posso far sapere a potenziali ladri che la sua casa è, in quel momento, incustodita. Sarebbe quindi, anche qui, buona educazione chiedere il permesso. Al momento non ho notizia di sentenze sull’argomento, ma possiamo aspettarcele.

E gli operatori del settore? Come devono comportarsi i professionisti del web nelle loro interazioni social? Le Aziende non possono certo fare a meno della rete, ormai lo sappiamo bene, ma come devono comportarsi nelle interazioni con il loro pubblico?

Quando sulla loro pagina social viene lanciata una nuova offerta o un’immagine, possono taggare i follower per richiamare la loro attenzione? Queste domande ovviamente se le dovrebbero opportunamente porre anche i social media manager ed i community manager che, non lo dobbiamo dimenticare, assumono il volto dell’azienda online e, con le loro azioni, la coinvolgono direttamente. Non è infatti opponibile ad un utente del web che si ritenesse danneggiato il rapporto contrattuale tra l’azienda ed un social media manager che, ad esempio, decidesse di taggare i follower di una pagina.

La netiquette, il neologismo che indica le buone regole di comportamento online, può avere risvolti giuridici a volte anche importanti con il rischio di richieste di risarcimento danni e economici e ripercussioni sull’immagine di un’azienda.

Consigli? Quello fondamentale di affidarsi a professionisti e agenzie di comunicazione che siano in grado di evitare rischi innanzi tutto per loro stessi e, di conseguenza, per i loro clienti. Ma anche fare una chiacchierata con un avvocato esperto delle problematiche della rete può rivelarsi molto utile prima di decidere una strategia di comunicazione che potrebbe avere effetti (e non esagero) catastrofici.

Gianni Dell’Aiuto, Avvocato

Visibilità sui Social Media ecco come ottenerla

Visibilità sui Social Media: ecco come ottenerla

Se sei un professionista o hai un’azienda, sai sicuramente che devi necessariamente curare la tua presenza professionale sui social media che sono, indubbiamente, utili strumenti per avere più visibilità e maggior prestigio professionale.

Attraverso i social media puoi connetterti con clienti esistenti e potenziali, eseguire ricerche di mercato e aumentare la brand awareness, ossia la consapevolezza del pubblico in merito al tuo brand.

Come è possibile sfruttare al massimo i social media per garantirti la massima visibilità?

Di certo, non puoi pensare che sia sufficiente creare un profilo aziendale e poi lasciarlo abbandonato al suo destino. Come pure è impensabile che sia sufficiente pubblicare saltuariamente contenuti a caso.

Per poter ottenere maggiore visibilità sui social media, ci sono delle azioni che devi assolutamente pianificare: ecco quali.

Visibilità sui social: l’importanza del piano editoriale

Cercare di ottenere visibilità sui social media senza una strategia prestabilita è praticamente impossibile.

Se inizi a postare senza quello che viene definito un piano editoriale, ti troverai a condividere contenuti solo per riempire il tuo profilo aziendale, ma non otterrai alcun riscontro da parte del pubblico.

Una strategia sui social media pianificata, con post preparati e programmati in anticipo, ti aiuterà invece a pubblicare in maniera coerente e costante e ti eviterà di pubblicare doppioni!

Un piano editoriale per i tuoi social media aziendale è dunque essenziale: si tratta di una pianificazione fondamentale per garantire il successo della tua strategia di crescita.

Anche se stenterai a crederlo, avere un piano editoriale prestabilito ti consentirà anche di risparmiare tempo: anche se, ovviamente, pianificare tutti i post del mese in anticipo necessita impegno, potrai ridurre il tempo successivo da dedicare alla pubblicazione quotidiana.

Infine, stabilire preventivamente un piano editoriale ti garantirà di raggiungere i tuoi obiettivi, dato che i post saranno mirati e non più lasciati al caso.

Social Media Plan per ottenere visibilità: ecco come si crea

Adesso che sappiamo che la visibilità sui social media presuppone un piano editoriale efficace, analizziamo gli step fondamentali che portano alla creazione di un social media plan.

Per prima cosa, se hai già a disposizione dei dati, dovrai tenerli in considerazione: cerca dunque di individuare quali sono stati i post che hanno funzionato meglio in passato.

L’analisi dei tuoi profili social è un’azione che dovrai compiere sistematicamente, in quanto solo in questo modo capirai quali sono le tematiche e le tipologie di contenuto che funzionano meglio per il tuo pubblico di riferimento.

Una volta analizzate le prestazioni passate, puoi dedicarti a stabilire i tuoi obiettivi e, in base a quelli, potrai tracciare le linee di base del tuo social media plan.

Ricorda: i tuoi obiettivi devono essere misurabili, in modo da permettere di quantificare il successo o meno di un determinato contenuto.

Dovranno inoltre essere raggiungibili; non potrai ovviamente ottenere 100.000 nuovi followers in 30 giorni fin da subito.

Una volta stabiliti i tuoi obiettivi, puoi iniziare a pianificare e creare contenuti che dovranno servirti a raggiungere gli obiettivi prestabiliti.

L’ultimo step è quello rappresentato dalla calendarizzazione dei tuoi contenuti: una volta creato il piano e ideati i contenuti stessi, questi andranno programmati e condivisi, preferibilmente scegliendo gli orari in cui il tuo pubblico target è maggiormente attivo.

Oltre il social media plan

Tutto qui? Ovviamente no!

Come accennavamo poco più in alto, dovrai sistematicamente controllare quali contenuti funzionano meglio, ossia quelli che ti hanno garantito maggiore visibilità. Sarà a questa tipologia di contenuto che dovrai dare precedenza quando ti occuperai del social media plan per i mesi successivi.

Una volta pianificato il lavoro che dovrai dedicare ai tuoi social media per incrementare la visibilità della tua attività, la gestione dei tuoi account aziendali sui social media non ti sembrerà più così problematica.

Hai ancora dubbi su come incrementare la tua visibilità tramite i social media? Contattaci subito e risponderemo a tutte le tue domande!

Laura Caracciolo, Social Media Manager

campagna facebook

Facebook Ads: i motivi per cui la campagna non funziona

Sapevi che ricorrere ai Facebook Ads è uno dei migliori strumenti attualmente disponibili per la ricerca di nuovi clienti e per promuovere la tua attività?

Questo perché la pubblicità su Facebook è realmente alla portata di tutti, in quanto con pochi euro permette di pubblicizzare i tuoi post che potrebbero raggiungere un numero impressionante di potenziali clienti.

Tra l’altro, oggi, investire in Facebook Ads è necessario in quanto la portata organica dei post su Facebook (ma anche su altri Social Media) è ai minimi storici: non è quindi possibile far notare i propri prodotti o servizi al pubblico se non si investe in pubblicità.

Il fatto che investire del denaro in Facebook Ads sia semplice, però, non assicura automaticamente che i tuoi annunci convertiranno e si trasformeranno in nuovi clienti; anzi, nella maggior parte dei casi questo non succede.

Scopriamo insieme tutti i motivi per cui spesso la campagna Facebook non funziona.

La campagna Facebook

Una delle cause principali di mancata riuscita di una sponsorizzazione su Facebook è la mancanza di dati relativi proprio pubblico target.

Facebook Ads, infatti, a differenza di Google Ads, richiede di completare la ricerca in anticipo prima di creare una campagna.

Questo significa che gli annunci sponsorizzati vengono mostrati su Facebook al tuo pubblico che, nel momento esatto in cui vedrà il tuo annuncio, probabilmente non starà cercando di acquistare nulla (a differenza di ciò che accade su Google, quando gli annunci PPC sono mostrati al pubblico in risposta ad una query di ricerca specifica).

Facebook Ads, al contrario, ti chiede di creare il tuo pubblico utilizzando delle opzioni di targeting, come interessi, sesso e situazione sentimentale. In realtà per far sì che gli annunci funzionino al meglio, bisognerebbe utilizzare piuttosto i Pubblici Personalizzati.

Facebook, in sostanza, permette di creare un pubblico personalizzato mediante una targettizzazione specifica, utilizzando varie fonti di dati; puoi creare un pubblico personalizzato a partire:

  • dal sito web
  • dalle attività nell'app
  • da una lista clienti
  • in base alle interazioni

Un altro strumento messo a disposizione dal Facebook Ads è il Pixel.

Il Pixel di Facebook è un frammento di codice che inserisci sul tuo sito web, che ti consente di monitorare le conversioni dagli annunci di Facebook, ottimizzarli, creare un pubblico mirato per annunci futuri ed effettuare operazioni di retargeting.

Non tracciare i risultati delle campagne Facebook può rivelarsi un grosso errore: solo tracciando correttamente il traffico al tuo sito potrai determinare il ROI (e capire Facebook Ads sta funzionando!).

L’importanza dei test A/B

Se i tuoi annunci con Facebook Ads generano molte impression ma pochi click e conversioni, valuta la possibilità di implementare il test A/B.

Testare differenti tipologie di Facebook Ads può infatti fare la differenza, perché ti permette di capire se qualcosa non funziona e, eventualmente, correre ai ripari cambiando o addirittura spegnendo la campagna.

Eppure, molto spesso, le imprese non dedicano neanche una fetta del proprio budget ai test, talvolta per mancanza di soldi, altre volte perché si presume di sapere cosa piaccia al proprio pubblico.

Purtroppo, questo atteggiamento non solo è sbagliato, ma rischia di farti perdere tempo e denaro, perché se investi del budget in qualcosa che non converte, avrai automaticamente regalato a Facebook i tuoi soldi.

Di norma, è bene destinare almeno il 20% del budget previsto per Facebook Ads ai test A/B.

Se le persone fanno click sui tuoi annunci e non effettuano conversioni, infine, dovresti valutare la possibilità che ci siano esserci problemi con il tuo sito web o la tua pagina di destinazione e che non riguardano strettamente il tuo Facebook Ads.

Vuoi una mano per evitare di sprecare soldi in Facebook Ads e fare una campagna Facebook di successo? Rivolgiti a noi! Contattaci subito per avere una consulenza mirata e specifica sulle sponsorizzazioni che possono far decollare la tua attività!

Laura Caracciolo, Social Media Manager

Gruppi Facebook come utilizzarli per la tua attività

Gruppi Facebook: come utilizzarli per la tua attività

Se utilizzi Facebook e i Social Media per la tua attività, esiste una risorsa che devi assolutamente sfruttare ed integrare nel tuo piano di Digital Marketing: i gruppi Facebook.

I gruppi, infatti, sono infatti un potente strumento di marketing: possono aiutarti ad attirare nuovi clienti e coinvolgere quelli attuali con contenuti esclusivi, creando una community e aiutandoti a gestire al meglio il tuo servizio clienti.

Puoi utilizzare i gruppi Facebook per il tuo business, da affiancare alla tua pagina aziendale (che sarà sempre il tuo riferimento ufficiale): il gruppo Facebook aziendale diventerà un luogo di discussione, dove i tuoi clienti potranno scambiarsi informazioni, farti domande, chiedere aiuto se hanno un problema con il tuo prodotto o servizio.

Non sei ancora convinto sull’utilità dei gruppi Facebook per le aziende?

Scopriamo insieme tutti i loro vantaggi!

Gruppi Facebook: i vantaggi per le imprese

I gruppi, generalmente, sono creati per riunire persone che condividono un interesse comune. Quando crei un gruppo Facebook, anche se inviterai moltissime persone, di solito resteranno al suo interno solamente coloro che sono realmente interessati: il tuo gruppo sarà quindi composto da persone che corrispondono al tuo cliente target; i gruppi Facebook ti consentono quindi di avere un’ulteriore opportunità per migliorare la consapevolezza della tua attività agli occhi del tuo pubblico.

Riunire i clienti attuali e potenziali in un gruppo Facebook, poi, crea una comunicazione diretta con loro. Una comunità attiva genera dei feedback preziosissimi e potrà anche tramutare i clienti potenziali in clienti effettivi, dato che altre persone forniranno la propria genuina e reale esperienza sui gruppi Facebook aziendali e questo incrementerà la fiducia verso la tua azienda.

Ma i gruppi Facebook, per le aziende e per il business, hanno anche un valore positivo in termini di copertura organica. Facebook dà infatti priorità ai contenuti dei gruppi con alto tasso di coinvolgimento: se riesci a creare e portare avanti un gruppo attivo, i partecipanti al gruppo Facebook aziendale vedranno i tuoi post sul loro feed molto spesso.

È ovvio che costruire una community attiva e interagire con i partecipanti ti prenderà del tempo e, probabilmente, se riuscirai ad ottenere una comunità molto attiva, col tempo avrai bisogno di un Community Manager (la figura specializzata nella gestione delle comunità online).

Tuttavia, una community attiva è un chiaro segnale che la tua strategia sui Social Media sta funzionando come dovrebbe.

Come sfruttare al meglio i gruppi Facebook per il business

Molto probabilmente, le persone utilizzeranno il tuo gruppo Facebook aziendale per fare delle domande: dunque, un modo per usufruire delle potenzialità dei gruppi Facebook è quello di mostrare le tue abilità, o far notare come il tuo prodotto/servizio può risolvere determinati problemi.

Insomma, un primo utilizzo, quello più immediato, dei gruppi Facebook è quello di fare branding.

Rispondere ai problemi degli utenti è inoltre una forma di marketing altamente mirato, cosa che ti trasformerà in un punto di riferimento per gli utenti, attirando la loro attenzione.

Il tuo gruppo Facebook aziendale potrebbe inoltre diventare un luogo in cui trovare approfondimenti, non solo per i tuoi utenti (che troveranno informazioni sull’utilizzo del tuo prodotto o dettagli del tuo servizio), ma anche per te: le informazioni sugli utenti più attivi sono dei dati che non puoi ignorare, che ti offriranno una panoramica su chi realmente acquista presso la tua azienda.

Ricorda infine che, come ogni altro strumento di Social Media Marketing, anche i gruppi Facebook per le aziende necessitano di strategia e pianificazione: se deciderai di introdurre l’utilizzo dei gruppi Facebook, avrai bisogno di stabilire i tuoi obiettivi, stilare un piano editoriale e studiare le tipologie di contenuti che hanno maggior presa sugli utenti.
Hai bisogno di aiuto nella gestione del tuo gruppo Facebook aziendale?

Prenota un colloquio con noi, contattaci subito!
Laura Caracciolo, Social Media Manager

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Facebook Shops: come funziona e come può aiutarti a vendere

Sapevi che, già da qualche mese, è disponibile un nuovo tool di Facebook che permette anche alle piccole e medie imprese di creare e gestire un vero e proprio negozio online? Si tratta di Facebook Shops, un tool che ti permetterà di vendere ai tuoi clienti direttamente tramite il tuo profilo Facebook.

Alcuni, facendo confusione, scambiano Facebook Shops col Marketplace, ma attenzione: si tratta di due funzionalità ben diverse, in quanto Facebook Shops racchiude in sé un set di strumenti professionali per venditori e aziende.

Vediamo nello specifico di cosa si tratta, come funziona e se potrebbe fare al caso tuo.

L’ultima frontiera del Social Commerce

Da anni ormai le aziende utilizzano quotidianamente i social media per promuovere i propri prodotti (e, perché no, i propri servizi), ed è proprio in quest’ottica che si è sviluppato il fenomeno del Social Commerce, ovvero la possibilità di effettuare gli acquisti direttamente sui social.

In fondo, se ci pensiamo bene, i nostri potenziali clienti passano moltissimo tempo sui social media durante il giorno: sarebbe veramente un gran peccato non sfruttare questi canali per dare una svolta al tuo business.

E questo è il motivo per cui è nato Facebook Shops. Il nuovo tool permette alle aziende ed ai privati di poter creare su Facebook una vetrina virtuale nella quale esporre i propri prodotti.

Come nel caso delle vetrine reali, anche le vetrine di Facebook Shops sono altamente personalizzabili, in modo da rendere perfettamente riconoscibile il nostro brand ai clienti.

La vetrina di questo vero e proprio negozio online sarà visibile su tutte le app di proprietà di Facebook: dunque non soltanto su Facebook, ma anche su Instagram, WhatsApp e Messenger.

Conviene davvero usare Facebook Shops?

Il nuovo tool di Facebook ha tutte le carte in regola per garantire alle aziende un aumento della propria visibilità e delle vendite.

Innanzitutto, l’iscrizione a Facebook Shops e la personalizzazione delle vetrine è gratuita, quindi anche se deciderai di non usufruirne e se non venderai nulla, non perderai denaro.

Le commissioni sono infatti applicate solo nel caso in cui vengano effettuate delle vendite, e gli unici pagamenti che effettuerai saranno quelli legati all’eventuale pubblicità, se deciderai di farla.

Inoltre, con Facebook Shops hai la possibilità di vendere i tuoi prodotti facilmente, anche nel caso in cui tu non abbia ancora un vero e proprio e-commerce. Se invece hai già un tuo e-commerce e utilizzi uno dei partner Facebook (come Shopify), puoi collegare Facebook Shops al tuo e-commerce. In questo modo potrai iniziare a vendere i prodotti presenti sul tuo negozio online sfruttando l’enorme visibilità dei tuoi profili sui social media.

Infine, grazie a Facebook Shops, i tuoi potenziali clienti potranno trovare facilmente i tuoi nuovi prodotti, che potrai annunciare tramite dei post o delle live: anche nei post organici (cioè quelli non sponsorizzati) sarà infatti possibile inserire dei tag che indirizzeranno gli interessati alla pagina del prodotto.

Hai bisogno di aiuto per realizzare la tua vetrina con Facebook Shops? O non hai ancora ben chiaro il suo utilizzo? Allora non aspettare oltre, contattaci. Ti daremo una mano noi.

Laura Caracciolo, Social Media Manager

come creare campagne pubblicitarie di successo

Come creare campagne pubblicitarie di successo

Come creare campagne pubblicitarie di successo su Facebook e Instagram. Ecco Il metodo di EMERA.

Davvero pensi che per sponsorizzare un post ti bastino solo cinque minuti?

Se è così, allora prenditi 5 minuti e leggi questo articolo che ti spiegherà come creare campagne pubblicitarie di successo.

Ti è mai capitato di sponsorizzare un post per la tua azienda su Facebook e Instagram, con risultati più o meno positivi?

Avrai notato come la modalità sia piuttosto intuitiva  e veloce se hai un minimo di confidenza con le piattaforme.

Noi di EMERA Comunicazione ci imbattiamo spesso in clienti che hanno già fatto qualche esperimento con le sponsorizzate (in autonomia o con l'aiuto di “professionisti”). Purtroppo, il 99% di loro non ha idea di cosa sia il Facebook Pixel e del perché andrebbe installato sul sito web aziendale. Per non parlare della quasi totale assenza di strategia a monte.

Il lato positivo della situazione è che così sappiamo subito di poter migliorare la resa dei loro investimenti pubblicitari - anche se resta chiaro che una buona pubblicità non può fare nulla per un prodotto scadente o un pessimo servizio clienti…

Qual è dunque il metodo che ho sviluppato con il team di EMERA Comunicazione per creare campagne pubblicitarie di successo su Facebook e Instagram?

Il nostro lavoro si sviluppa in più fasi:

  • Analisi della situazione e definizione della strategia: obiettivi da raggiungere e precisa messa a fuoco delle caratteristiche dei clienti target da raggiungere
  • Se non esistono, creazione del Business Manager del cliente (in modo che le risorse -  pagina, account pubblicitario resteranno sempre di sua proprietà) e del Pixel che il web master dovrà installare sul sito (operazione davvero semplice e veloce, con le istruzioni che forniamo!)
  • Creazione dei pubblici target, anche a partire da liste costruite in linea con la normativa sulla Privacy e dalle interazioni ottenute in precedenza con account social e sito web
  • Scelta dei posizionamenti pubblicitari (ovvero dove appariranno gli annunci: news feed, stories etc) da testare
  • Ideazione della creatività e del copy persuasivo degli annunci (se non hai ancora letto del marketing a risposta diretta, ti consiglio questo articolo della nostra copywriter Romina Mattoni https://www.pmi.it/impresa/pubblicita-e-marketing/344077/cosa-fa-il-copywriter-e-perche-averne-uno.html)
  • Eventuale creazione di Landing Page di destinazione delle campagne ed integrazione con chatbot o campagne di email marketing 
  • Monitoraggio dei risultati e costante ottimizzazione delle campagne

Perchè tutto questo lavoro? Essenzialmente per 3 ragioni

1-Perchè ogni variabile può avere un impatto significativo sulla buona riuscita o meno della campagna.

2-Perchè il nostro obiettivo è far ottenere il massimo ai nostri clienti con il budget che ci viene affidato.

3-Perché la competizione per la visibilità sui social media è in continua crescita e ciò che fino a ieri funzionava oggi non è più sufficiente.

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A proposito...

Se ti stai chiedendo:
Ma cos’è questo benedetto Pixel e perchè dovrei averlo sul mio sito?

Richiedici un appuntamento per valutare la tua situazione specifica e capire come possiamo aiutarti:

Vai nella home page di https://www.emeracomunicazione.it/ e compila subito il form

Quanti-fan-deve-avere-una-pagina-Facebook

Quanti fan deve avere una pagina Facebook?

Molti se lo domandano: quanti fan deve avere una pagina Facebook per essere considerata “importante” o per essere notata da eventuali sponsor o da possibili influencer?

In realtà il numero dei fan è solo un miraggio, una illusione. Spinti dall'apparire piuttosto che dall'essere molti si pavoneggiano e sbandierano qua e là numeri strabilianti di fan e follower e con ciò si sentono davvero appagati. Eppure non è così. Sono tante le pagine che hanno migliaia e migliaia di fan ma, purtroppo, pochissime interazioni.

Non c’è nulla di più triste che vedere una pagina in teoria molto apprezzata e seguita con scarso engagement sotto ogni post.

Nessun commento, pochissime condivisioni, poche reazioni...

Questo accade quando si comprano fan oppure quando vengono inviate persone che non hanno alcun interesse ad interagire con la pagina: magari non ne condividono l’obiettivo o parlano un’altra lingua quindi i contenuti per loro sono del tutto incomprensibili.

Però, se i fan della pagina sono persone “in target” e i post non ricevono l’attenzione che vorremmo, forse vale la pena fermarsi e riflettere un attimo.

In un mondo come quello digitale, in continua evoluzione, esistono comunque dei punti fermi, dei capisaldi che ogni social media manager o chi si occupa della comunicazione dovrebbe sempre tener a mente.

Coinvolgere, dialogare, attivare le conversazioni, emozionare, informare sono gli unici imperativi su cui si dovrebbe basare una strategia di social media marketing che si rispetti.

In conclusione, quando mi chiedono quanti fan deve avere una pagina Facebook io rispondo sempre che è preferibile avere pochi seguaci ma attivi piuttosto che vantare un esercito numeroso ma immobile.

Laura Caracciolo, Social Media Manager

meglio-un-gruppo-o-una-pagina-facebook

Meglio un gruppo o una pagina Facebook?

Questa è una domanda che molto spesso mi viene rivolta. È meglio un gruppo o una pagina Facebook?

Che differenza c’è?

Il gruppo è una comunità di più persone accomunate dallo stesso interesse. In questo caso, tutte le persone coinvolte (i componenti del gruppo) sono interessate a partecipare e perciò interagiscono sullo stesso argomento e postano contenuti testuali e multimediali.

Se ricevete un invito ad iscrivervi ad un gruppo, una volta accettato riceverete, in qualità di membro, tutte le notifiche.

Se avete deciso di creare voi un gruppo (siete quindi l’”amministratore”), è vivamente consigliabile stabilire delle regole ben precise onde evitare pubblicità o contenuti fuori tema (patti chiari, amicizia lunga!).

Un gruppo può avere più amministratori ai quali spetta il compito di moderare le discussioni, approvare le richieste di iscrizione di nuovi membri, monitorare l’attività del gruppo.

Un gruppo funziona solo se le persone coinvolte sono realmente interessate all’argomento: evitate perciò di invitare chiunque.

Un gruppo attivo richiede un grande lavoro di marketing on line e off line: deve essere seguito, alimentato, occorre essere tempestivi nei riscontri e deve anche essere accompagnato da eventi che fungono da corollario e da ulteriore collante.

I Gruppi Facebook possono essere di 3 tipi:

  • i gruppi pubblici permettono l'iscrizione a chiunque abbia un Profilo Facebook;
  • i gruppi chiusi possono essere cercati e visti da chiunque, ma solo i membri possono postare contenuti;
  • i gruppi segreti sono “invisibili” e l’iscrizione può avvenire solo su invito.

La pagina è una sorta di profilo per aziende, studi professionali, singoli professionisti, Enti Pubblici e organizzazioni non governative.

Chi amministra la pagina (ma anche altri ruoli tra cui l’editor) ha la possibilità di programmare i post sulla base di un calendario editoriale definito, può metterli in evidenza e creare così sponsorizzazioni utili per raggiungere utenti in target, per aumentare i “mi piace” alla pagina. Inoltre, grazie agli insight si può avere visione dell’andamento della pagina e dei singoli post e molte altre informazioni.

Insomma, è meglio creare un gruppo o una pagina Facebook? Analizzate bene le vostre esigenze e poi scegliete!

Laura Caracciolo, Social Media Manager

come-creare-engagement

Come creare engagement

Molte persone non appena creano un account sui social media sembrano bambini all’interno di una sala giochi. Vedono un mondo nuovo, affascinante, coinvolgente. La possibilità di pubblicare foto, storie e video è talmente entusiasmante che diventa impossibile opporre ogni qualunque forma di resistenza.

Così ogni giorno o più volte al giorno sono presenti sulle varie piattaforme con i loro selfie, i loro post, i loro racconti dando così sfogo al narcisismo ed alla voglia di protagonismo. Niente e nessuno li può fermare!

Pubblicare post è giusto, postare video e selfie anche, intendiamoci….

Però se si vuole creare una rete di contatti, interagire deve essere un imperativo non secondario soprattutto in un social media quale LinkedIn dove un buon network può essere di grande aiuto per lo sviluppo del proprio business.

Se il bello e la peculiarità di internet è proprio la bidirezionalità, questa deve essere realmente posta in essere se si vuole creare engagement.

In buona sostanza, fino a qualche anno fa la pubblicità tradizionale ci ha proposto un modello univoco: da una parte il brand o la persona che parla (bene ovviamente) di sé, dei suoi prodotti o servizi e dall’altra l’utente che deve accettare passivamente le informazioni senza poter interagire in alcun modo.

Nei social media, invece, è possibile commentare i post altrui, condividerli, esprimere il proprio parere attraverso recensioni.

Tutte queste attività, però, devono essere poste in essere realmente e quotidianamente e sono fondamentali per creareengagement” ovvero il coinvolgimento degli utenti.

Un rapporto univoco del tipo “io pubblico, tu leggi” a meno che non siate già una autorità nel vostro settore, è sterile, improduttivo, non crea engagement, non genera, cioè, coinvolgimento né passaparola e alla lunga stanca.

In fondo se “tu pubblichi e io devo leggere” perché non può avvenire anche il contrario, cioè “io pubblico, tu leggi”?!

Laura Caracciolo, Social Media Manager

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