Nuove abitudini dei consumatori cosa comprano oggi i clienti

Nuove abitudini dei consumatori: cosa comprano oggi i clienti? Le variabili da considerare

Se pensi che, per ottenere la fiducia dei potenziali clienti, ti basti offrire il prezzo più competitivo, purtroppo ti sbagli di grosso. Le abitudini dei consumatori sono recentemente cambiate, così come lo sono i loro comportamenti d’acquisto. Il prezzo, nonostante il periodo di difficoltà economiche che tutti stiamo affrontando, non è l’unica variabile in gioco.

Che tu sia un professionista o un imprenditore, sarai sicuramente interessato alla recente indagine commissionata a Ipsos direttamente da Google Italia.

Analizziamo insieme i dati emersi: ci aiuteranno a capirci di più sulle nuove abitudini dei consumatori. Solo conoscendo le caratteristiche dei nuovi comportamenti d’acquisto dei tuoi potenziali clienti sarai in grado di orientarti meglio sulla scelta della strategia di marketing da utilizzare.

Nuovi trend nelle abitudini dei consumatori: il prezzo è un fattore secondario

Una delle rilevazioni più interessanti dello studio di Ipsos e Google Italia riguarda il fattore prezzo. Abbiamo già detto, e ne sarai purtroppo ben consapevole, che ci troviamo in un periodo di crisi economica. Per questa ragione, si potrebbe commettere un grave errore: pensare, cioè, che offrire il miglior prezzo in assoluto sia garanzia di successo.

Secondo i dati dello studio, invece, i tuoi potenziali clienti sono più interessati a prodotti di valore, piuttosto che economici.

Questo vuol dire in sostanza che, trovandosi a dover scegliere tra un prodotto economico ed uno più costoso che garantisce una durata maggiore, i tuoi clienti sceglieranno la seconda opzione.

La percentuale di clienti disposti a pagare di più per garantirsi il possesso di qualcosa di maggiormente duraturo è abbastanza elevata. Parliamo infatti del 51% dei consumatori italiani.

Inoltre, è diventato più complesso convincere i potenziali clienti a concludere l’acquisto. In ragione delle ristrettezze economiche, rispetto al passato il 75% dei consumatori presta maggiore attenzione prima di spendere.

Provare nuovi marchi è uno dei nuovi trend

Altro dato che dovrai considerare e che è cambiato riguarda il concetto di fedeltà al brand. Sebbene la fidelizzazione dei clienti resti un fattore fondamentale per aumentare il tuo fatturato, dovrai considerare che oggi il 40% dei consumatori è propenso ad effettuare acquisti presso nuovi marchi, mai provati prima.

Questo vuol dire che è più semplice “perdere” un cliente fidelizzato. In realtà, ovviamente, vale anche il concetto inverso. In base alle nuove abitudini dei consumatori, questi sono più disponibili ad acquistare presso un nuovo brand o ad affidarsi ad un nuovo professionista qualora si sentano apprezzati come acquirenti.

Curare questo aspetto, così come prestare attenzione alla tua assistenza clienti, dunque, può giocare a tuo vantaggio e convincere un potenziale cliente a concludere l’affare con te.

Nuove abitudini dei consumatori e visibilità: come farsi notare dai potenziali clienti?

In un contesto in costante cambiamento, con le abitudini dei consumatori che si modificano nel giro di pochi mesi, potresti trovare difficile orientarti. Qual è dunque la giusta strategia di marketing per attirare l’attenzione dei potenziali clienti’

Tra i dati messi a disposizione dallo studio di Google e Ipsos, ce n’è uno molto interessante sul quale devi prestare molta attenzione. I consumatori continuano ad utilizzare il web e i social media come fonte di informazioni e di ispirazione. Questo significa che, prima di concludere un acquisto, valuteranno varie opzioni, affidandosi alle informazioni che troveranno su internet e sui social.

Dunque, per attirare il maggior numero di clienti possibili e per far decollare il tuo business nonostante i cambiamenti delle abitudini dei consumatori, il mio consiglio è quello di curare al meglio la tua presenza online. Sfruttare il digital marketing, ora più che mai, è la mossa vincente per ottenere clienti e successo.

Vuoi migliorare la tua visibilità sfruttando i social media e i motori di ricerca? Allora contattaci adesso per una consulenza con i nostri esperti.

Laura Caracciolo, Social Media Manager

come creare contenuti per il sito

Contenuti per un sito web: come crearli e organizzarli per ottenere visibilità

Ogni sito web che si rispetti, se creato con lo scopo di aumentare clienti e vendite, deve essere ricco di contenuti di valore. Questi servono, in poche parole, a mostrare la tua attività agli utenti.

I contenuti che pubblichi, che siano essi condivisi in forma di parole o di immagini, servono a farti conoscere da tutti i potenziali clienti che ancora non ti conoscono ma che hanno bisogno dei tuoi prodotti e dei tuoi servizi.

Quello che devi sapere è che i tuoi obiettivi di business non possono essere raggiunti se non curi al meglio i contenuti del sito web.

Essere online non basta: è necessario condividere con il nostro pubblico dei contenuti di qualità che, però, bada bene, devono essere ottimizzati in ottica SEO.

Contenuti per un sito web: perché crearli

Creare un sito web per la tua azienda è un’ottima idea per raggiungere nuovi clienti anche se non basta avviare un sito web per aumentare il proprio fatturato. È necessario condividere le informazioni giuste per farsi notare dai potenziali clienti al momento giusto.

Per creare un sito web aziendale di successo, il primo passaggio è definire gli obiettivi: in poche parole, devi sapere cosa vuoi ottenere con il sito aziendale e coi suoi contenuti.

Per prima cosa, va identificato il target di riferimento: se non sai a chi ti rivolgi, non puoi creare dei contenuti per il sito web.

In più, nel momento della creazione del sito stesso, devi progettarne anche l’aspetto: non mi riferisco alla sola componente visuale ma anche alla necessità -preliminare- di sviluppare una sitemap e tener conto delle parole chiave pertinenti con la tua attività.

Dalla struttura alla creazione dei contenuti di un sito web: come realizzarli e organizzarli

Dopo esserti occupato della struttura, lo step successivo è iniziare ad inserire i contenuti di un sito web. Il tuo sito, cioè, va arricchito di post e elementi il cui scopo è attrarre i tuoi potenziali clienti.

Ci sono diversi passaggi da seguire per creare contenuti di un sito web che siano di qualità. Alcuni di questi sono:

  • Trovare argomenti interessanti, utili e attinenti alla tua attività e al tuo pubblico
  • Scegliere una tipologia e un formato di contenuto adatto al tuo obiettivo e alla tua piattaforma
  • Pianificare, creare e pubblicare i tuoi contenuti seguendo le buone pratiche SEO e di scrittura web

I contenuti, ovviamente, vanno anche organizzati. Per farlo, innanzitutto, devi analizzare la tua attività: quali servizi o prodotti vuoi proporre e a chi? È importantissimo che tu lo stabilisca in modo da suddividere correttamente le varie categorie del tuo sito.

Ricorda che i contenuti di un sito web devono essere coerenti, pertinenti e utili per il tuo pubblico. Devono anche essere ottimizzati per i motori di ricerca, usando parole chiave strategiche e buone pratiche SEO.

Contenuti di un sito web: come farsi trovare su Google

Quando crei contenuti per il tuo sito web, devi sempre tenere a mente che tali contenuti servono a farti trovare su Google. Rifletti un attimo: a cosa serve avere un sito che nessuno riesce a trovare nei motori di ricerca?

Creare contenuti di un sito web senza ottimizzarli, infatti, equivale a sprecare tempo e risorse, dato che un contenuto non ottimizzato difficilmente verrà visualizzato da qualcuno.

Per farti trovare su Google, devi seguire alcune tecniche di ottimizzazione SEO. Il contenuto è essenziale per essere in prima pagina su Google. Devi offrire informazioni utili, originali e pertinenti per il tuo pubblico e le tue parole chiave.

Attenzione a scegliere le parole chiave giuste: le parole chiave sono i termini che i tuoi potenziali clienti usano per cercare i tuoi servizi o prodotti. Devi fare una ricerca approfondita e selezionare quelle più adatte al tuo settore e al tuo obiettivo.

Inoltre, ci sono alcuni aspetti tecnici da considerare quando si creano dei contenuti per un sito web, quali la velocità del sito, la sicurezza, i meta tag e i dati strutturati.

Se hai bisogno di una mano con le tecniche SEO da applicare per migliorare la visibilità del tuo sito web su Google, contattaci subito. Ti aiutiamo noi a creare i contenuti migliori per il tuo sito.

Laura Caracciolo, Social Media Manager

Come realizzare un piano editoriale efficace

Come realizzare un piano editoriale efficace

Il digital marketing è sempre più importante per le aziende che vogliono raggiungere i loro obiettivi di business e raggiungere il proprio pubblico target. Una delle strategie più efficaci per raggiungere questi obiettivi è attraverso la creazione di un piano editoriale efficace.

Il piano editoriale è quel documento che elenca e descrive tutti i contenuti che l'azienda o il professionista dovrà pubblicare sui propri canali social o sul proprio blog.

In questo articolo esploreremo i passi fondamentali per creare un piano editoriale efficace, dalla definizione degli obiettivi all'analisi del pubblico target, dalla scelta dei canali alla pianificazione dei contenuti, fino al monitoraggio e all’ottimizzazione dei risultati.

Ti forniremo cioè gli strumenti necessari per creare un piano editoriale che funzioni e che ti consenta di raggiungere tutti gli obiettivi di marketing prefissati, in modo da far decollare la tua azienda o la tua attività.

Come definire gli obiettivi del piano editoriale?

La creazione del tuo piano editoriale parte degli obiettivi.

Per definire gli obiettivi del piano editoriale è importante prima di tutto capire qual è l'obiettivo principale del tuo brand. Gli obiettivi del piano editoriale dovrebbero essere specifici, misurabili, realistici e a termine.

Alcuni esempi di obiettivi comuni che un'azienda potrebbe avere per il proprio piano editoriale sono:

  • Aumentare il traffico del sito web
  • Aumentare il numero di iscritti alla newsletter
  • Migliorare la brand awareness (visibilità del brand)
  • Aumentare le conversioni (acquisti, lead generation)
  • Migliorare l'engagement (interazione) con il pubblico
  • Posizionare il brand come leader di settore

Una volta stabiliti gli obiettivi è importante definire i KPI (indicatori chiave di performance) per poter misurare i risultati ottenuti e capire se stai raggiungendo gli obiettivi prefissati.

Come realizzarlo

Dopo aver stabilito gli obiettivi, potrai passare alla realizzazione del tuo piano editoriale. Realizzazione che prevede alcuni passaggi fondamentali.

Innanzitutto, ricorda che importante conoscere a fondo il proprio pubblico, le loro abitudini, interessi e comportamenti online. Analizzare il pubblico target è dunque fondamentale per un piano editoriale di successo poiché consente di capire le esigenze, i desideri e i comportamenti degli utenti a cui ci si rivolge.

In questo modo, potrai creare dei contenuti mirati e pertinenti, che siano in grado di rispondere alle loro esigenze e che li incoraggi ad interagire con il brand.

Allo stesso modo, anche la scelta dei canali più adatti dove condividere i contenuti per raggiungere il pubblico è fondamentale. I canali a tua disposizione sono tantissimi, per esempio blog, social media o email marketing. Come vedremo più avanti, la scelta dei canali dipende in larga parte dal tuo pubblico di riferimento.

Segue poi la pianificazione dei tuoi contenuti: è importante pianificare i contenuti in base agli obiettivi e al pubblico, tramutando il piano in un vero e proprio calendario editoriale.

Una volta pubblicati i contenuti, il tuo lavoro non sarà concluso: è importante monitorare i risultati ottenuti grazie al piano editoriale e apportare eventuali modifiche per ottimizzare i risultati.

Pianificare i contenuti del piano editoriale: come scegliere i canali giusti

L’abbiamo già accennato: la scelta dei canali attraverso cui condividere i contenuti del piano editoriale è fondamentale. Ma come orientare tale scelta?

In linea generale, dovrai scoprire dove si trova il tuo pubblico target e quali sono i canali che i tuoi potenziali clienti utilizzano maggiormente.

Una volta scelti i canali, è importante pianificare i contenuti in base agli obiettivi e al pubblico. Il calendario editoriale ti aiuterà a organizzare e calendarizzare i contenuti, in modo che gli argomenti in piano vengano pubblicati in maniera regolare e coerente.

Ricorda che è importante variare i tipi di contenuti per mantenere l'interesse del pubblico e per testare quali tipi di contenuti funzionano meglio.

Infine, non dimenticare di monitorare i risultati ottenuti dai contenuti e dai canali scelti, per capire se le strategie adottate sono efficaci e apportare eventuali modifiche per ottimizzare i risultati.

Hai bisogno di creare il tuo piano editoriale ma non sai da dove iniziare? Contattaci ora per una consulenza mirata.

Laura Caracciolo, Social Media Manager

Social networking e Social Media

Social networking e Social Media? Attenzione a non confonderli

Spesso e volentieri i termini “social media” e “social networking” vengono utilizzati come sinonimi.

Tuttavia, è bene non confondere i due termini: con il termine social media intendiamo le piattaforme social che utilizziamo quotidianamente, per svago o con fini professionali.

Il social networking è invece un’attività che, se compiuta a dovere ed in modo consapevole, può garantirci numerose opportunità di business.

Ogni azienda o professionista che ha successo sui social sfrutta il networking. Ad oggi non è più possibile pensare ad i social come ad una asettica vetrina aziendale: bisogna interagire, fare networking con i seguaci.

Cerchiamo di capire insieme in che modo.

Che cos’è il social network?

Prima di capire come si fa networking sui social, dobbiamo innanzitutto definire quest’attività nel dettaglio.

Con social networking intendiamo l’utilizzo dei social media per entrare in contatto con altre persone, che siano familiari, colleghi o potenziali partner commerciali.

Facciamo networking sui social sia quando utilizziamo queste piattaforme nel tempo libero, sia quando le sfruttiamo all’interno di una strategia di digital marketing.

Un professionista o un’azienda che vuol sfruttare i social media per farsi conoscere da nuovi potenziali clienti, in effetti, deve necessariamente fare networking.

Senza stabilire una rete con i propri seguaci, infatti, l’utilizzo dei social media con scopi di business non sortirà alcun effetto.

Detto in altre parole, non è abbastanza creare un profilo aziendale sui social media e iniziare a condividere contenuti. Bisogna anche interagire, creare relazioni significative e positive con i clienti.

In fondo, se ci fermiamo a pensare sullo scopo basilare dei social media, possiamo concludere che queste piattaforme abbiano come unica finalità quella del mantenimento delle relazioni.

E, in effetti, fare social networking vuol dire proprio questo: stabilire (ma soprattutto, mantenere) una relazione commerciale con i potenziali clienti, attraverso l’utilizzo dei social media.

Grazie ai social ed alle relazioni instaurate tramite questi strumenti, i brand possono sia incrementare la brand awareness, sia avvicinare l’azienda ai clienti, rendendosi riconoscibile e accessibile.

Networking professionale sui social media

Sfruttando la capacità di instaurare e mantenere le relazioni, le aziende ed i professionisti possono acquisire un’enorme influenza su coloro che li seguono sui social. In questo modo, è possibile orientare le scelte dei consumatori potenzialmente interessati.

Il networking professionale sui social media permette infatti di connettersi con i clienti, indipendentemente dalla loro distanza, senza limiti di orario imposti dalle chiusure della sede fisica.

Ma fare social networking ha anche altri vantaggi, primo fra tutti quello della riprova sociale.

Un professionista o un’impresa, facendo networking, avviano relazioni social con i clienti, rispondendo ai commenti o permettendo loro di condividere contenuti e post sulla pagina aziendale.

Tutto questo sarà visibile agli occhi di chi non ha ancora non conosce il brand. E le opinioni di altri consumatori sono una potentissima leva di marketing, che potrebbe convincere un potenziale cliente non ancora del tutto convinto ad effettuare il suo acquisto.

Questo perché un marchio di cui i clienti parlano pubblicamente con soddisfazione viene, com’è ovvio, percepito come affidabile.

Ovviamente, il social networking presenta anche qualche svantaggio. Sui social media bisogna essere presenti e attivi, e questo può richiedere molto tempo. E sappiamo che, purtroppo, non tutte le aziende ed i professionisti ne hanno.

Inoltre, i social media non sono sempre un luogo allegro e ospitale: talvolta, sarà necessario gestire critiche e lamentele.

Ma anche la capacità di gestire al meglio eventuali critiche fa parte del social networking ed è indice della professionalità dell’imprenditore/professionista.

Se hai poco tempo per fare social networking e hai bisogno di professionisti che si dedichino ai tuoi canali social professionali, contattaci subito: ti aiuteremo noi.

Laura Caracciolo, Social Media Manager

logo social book_

Social Book: i tuoi Social in un Book

Hai mai pensato che i tuoi post possano diventare un opuscolo tutto tuo?

I Social Media fanno ormai parte della quotidianità di ogni professionista e di tutte le aziende, incluse quelle di piccolissime dimensioni.

Tutti conosciamo l’importanza del Digital marketing ed il suo potere. Grazie ad un sito web ben curato ed ottimizzato a livello SEO e per mezzo dei profili social aziendali e professionali siamo in grado di raggiungere potenziali clienti che, senza il web marketing, molto probabilmente non ci avrebbero mai trovati.

Eppure, il marketing non si limita ai Social Media ed al web: ci sono tantissime altre opportunità che devi iniziare a sfruttare fin da adesso per aumentare la tua visibilità.

Per questo, oggi voglio parlarti di una nuova possibilità, che ti permetterà di sfruttare i post pubblicati sui Social Media o sul tuo blog anche offline.

Hai capito bene: è possibile utilizzare ciò che condividi su social e blog aziendale anche al di fuori del web. Scopriamo come.

Oltre il web marketing: il tuo magazine aziendale

Pensaci bene: dedichi ore a scrivere e condividere contenuti di valore (o magari hai un professionista che si occupa di farlo al posto tuo). Si tratta di contenuti che, di certo, vengono apprezzati dal popolo del web e dai tuoi clienti, reali e potenziali, che ti seguono sui Social Media.

Questi stessi contenuti, proprio per il loro enorme valore, potrebbero essere condivisi e valorizzati anche attraverso altri mezzi. Ci avevi mai pensato?

Non solo social e web marketing, dunque: lasciarli online è sicuramente una valida strategia, ma noi vogliamo fare di più.

Per questo motivo, ti propongo di utilizzare i tuoi contenuti per dar vita al tuo book professionale e aziendale.

L’idea, in altre parole, è quella di creare la tua rivista, da stampare con cadenza che stabiliremo insieme, e che conterrà tutti i tuoi post di maggior valore, quelli cioè più utili ed interessanti per chi li leggerà.

In questo modo, potremo accrescere la tua brand awareness: solo i maggiori esperti possiedono un proprio book aziendale.

Inoltre, condividendo una copia con i tuoi contatti, il tuo magazine svolgerà le stesse funzioni che i tuoi contenuti realizzati seguendo il tuo piano di web marketing stanno già svolgendo su internet.

Il tuo magazine lavorerà però offline e i tuoi contenuti potranno raggiungere coloro che ancora non seguono i tuoi canali sul web.

Insomma, ti darai una possibilità in più per ottenere maggiore visibilità.

Social Book: ecco con chi condividere il tuo book

Purtroppo, oggi si tende a far coincidere il marketing con il Social Media ed il Web marketing: abbiamo dimenticato l’importanza dell’omnicanalità.

Eppure, una soluzione omnicanale, che copra sia i canali online che quelli offline, è fondamentale per avere la certezza di raggiungere un vasto pubblico (e più clienti!).

Considera poi che le persone potenzialmente interessate al tuo book aziendale che raccoglie i tuoi post più significativi potrebbero essere davvero tante. Magari la maggior parte di queste persone, attualmente, non ti segue sui Social o sul web.

Ti stai chiedendo chi saranno i destinatari del tuo book e come veicolarlo a chi non ti conosce ancora?

Prima di tutto, pensa ai tuoi attuali clienti: lasciare una copia in sala d’attesa può essere utile per permettere loro di rileggere un particolare contenuto che ha richiamato la loro attenzione mentre navigavano sui Social Media.

Inoltre, consegnare una copia al cliente ti permetterà di far arrivare il tuo nome o quello della tua azienda dove ancora non ti aspetti. Il cliente potrebbe infatti parlare di te, dei tuoi prodotti e dei tuoi servizi a parenti ed amici, mostrando loro il tuo magazine.

In questo modo, anche coloro che non ti seguono sui Social Media avranno i tuoi post disponibili su carta stampata.

Un discorso analogo può essere fatto per aziende partner, fornitori e altre figure che collaborano con te in quanto professionista o rappresentante di un’azienda.

Se vuoi anche tu il tuo Social Book completo con i tuoi post migliori e con il logo della tua attività professionale o aziendale contattaci ora per sapere come realizzarlo.

Laura Caracciolo, Social Media Manager

Social-Media-e-studi-professionali-3-errori-da-evitare

Social Media e studi professionali: 3 errori da evitare

Social media e studi professionali: si tratta di un binomio vincente?

A mio avviso, la risposta è sì: del Social Media Marketing, infatti, possono usufruire tanto le piccole e medie aziende, quanto i professionisti.

Tuttavia, nonostante il Digital marketing abbia ormai preso piede e anche se imprese e liberi professionisti abbiano iniziato a prendere consapevolezza dell’enorme potere dei social, ancora oggi tantissimi studi professionali utilizzano a sproposito (o peggio, non utilizzano) i canali social.

Oggi scopriamo insieme come sfruttare al meglio questi strumenti potentissimi e, soprattutto, quali sono gli errori da evitare assolutamente qualora si utilizzino i Social Media per migliorare la reputazione di uno studio professionale.

Come e perché gli studi professionali possono usare i social?

Ormai lo sappiamo tutti molto bene: chiunque è sui Social media. In questo enorme spazio virtuale, i professionisti possono trovare numerose opportunità, dalla scoperta di nuovi partner commerciali, alla conquista di clienti e contatti che non si possedevano ancora.

Eppure, i Social media possono essere ostici da utilizzare, soprattutto se non se ne conoscono le regole basilari che li disciplinano.

Spesso i gestori delle pagine social degli studi professionali si lasciano cogliere dalla frenesia di postare contenuti, senza tener conto di un fattore fondamentale: tutto quel che si pubblica sui profili professionali deve essere adeguatamente ponderato.

Questo perché qualsiasi errore, dal più piccolo a quello enorme, difficilmente potrà essere cancellato, e questo potrebbe incidere negativamente sulla reputazione dello studio e del professionista.

Insomma, proprio tutto il contrario di ciò che si voleva inizialmente ottenere!

Per poter gestire al meglio le pagine ed i profili social degli studi professionali, occorrere assoldare un esperto, meglio ancora se non del tutto estraneo al mondo del professionista di cui si occupa.

I social media sono infatti il luogo perfetto per mostrare la propria competenza nell’ambito in cui si opera.

In altre parole, ogni post condiviso dovrà essere all’altezza delle competenze del professionista e del suo studio professionale.

Professionisti e social media: errori comuni

La competenza degli studi professionali sui Social media può essere testimoniata anche evitando di commettere errori.

Analizziamo di seguito quelli più comuni che non dovrebbero mai essere compiuti per evitare di rovinarsi la reputazione agli occhi dei seguaci.

Innanzitutto, non bisognerebbe mai condividere informazioni riservate, né di un cliente, né di altri soggetti terzi. Si tratta di uno degli errori peggiori che si possono commettere, eppure è tra i più frequenti tra le professionalità che gestiscono dati personali (avvocati, consulenti, commercialisti e simili).

Oltre a violare la riservatezza tra professionista e cliente ed incorrere nei conseguenti problemi deontologici, gli studi professionali si macchierebbero di un grave errore, che rischia di allontanare nuovi clienti e opportunità.

Il secondo errore da non compiere mai quando si utilizzano i social per scopi professionali è quello di evitare le interazioni con i seguaci.

L’ideale sarebbe interagire costantemente, anche nel caso di commenti negativi e critiche.

I professionisti che decidono di non farlo perdono l’opportunità di dimostrare il proprio valore e la propria competenza nella gestione di una crisi.

Terzo errore che uno studio professionale non deve permettersi è quello di condividere post o riflessioni che abbiano a che fare con questioni sociali o politiche.

Si tratta purtroppo di una questione delicata e tra le più sottovalutate, per due ragioni.

Innanzitutto, se gli argomenti sono spinosi, si rischiano malintesi con clienti fedeli, ma anche con quelli potenziali.

In secondo luogo, i clienti potrebbero avere idee differenti, e questo potrebbe tradursi in una perdita di opportunità e di guadagno.

Evitando questi errori, sarà possibile sfruttare al meglio i social media e tutte le loro potenzialità per accrescere la notorietà del proprio studio professionale.

Hai bisogno di una mano nella gestione dei social media per la tua attività? Contattaci subito per una consulenza senza impegno.

Laura Caracciolo, Social Media Manager

La Web Agency e i suoi collaboratori ecco come gestire i vari rapporti contrattuali

La Web Agency e i suoi collaboratori: ecco come gestire i vari rapporti contrattuali

“Pensiamo a tutto noi!” Queste parole, magari dette con trono trionfalistico, possono essere la sintesi di un progetto che viene presentato dalla Web Agency al cliente che, entusiasmato da slide elettrizzanti, parole persuasive e convincenti, immagini accattivanti, decide di accettare il preventivo che viene proposto e, finalmente, il contratto è concluso.

Abbiamo già parlato su questa pagina dei rischi che si corrono non definendo compiutamente i termini contrattuali con un cliente, ma una Web Agency deve preoccuparsi anche dei rischi che corre al proprio interno e proteggersi da quello che possiamo chiamare il fuoco amico.

Il servizio completo che viene offerto sul mercato, infatti, richiede la partecipazione di più professionisti specializzati che possono andare dal social media manager al web developer; aggiungiamo il copywriter e, se richiesto, anche un community manager e, non dimentichiamoli, grafici, designer e fotografi oltre ai video maker e potremmo trovare anche altre figure in base ai contenuti dell’accordo e alle necessità del cliente.

Tutti i soggetti qui indicati possono essere inquadrati come dipendenti ma, come ben sappiamo, in moltissime realtà si tratta di professionalità non sempre presenti all’interno di un’unica struttura e, di conseguenza, devono essere contrattualizzate per periodi di tempo o su singoli progetti. Parliamo quindi sia di web agency strutturate sia di singoli professionisti che, una volta concluso un accordo, hanno bisogno di competenze di cui non dispongono. In entrambi i casi un eventuale errore, una dimenticanza, la cattiva esecuzione di parte del proprio compito da parte di un collaboratore o dipendente, sono evenienze che al cliente non possono essere giustificate da parte del titolare di una web agency (o dal professionista che si avvale di collaboratori) con la classica risposta “Non è colpa mia, ma del fotografo, della copywriter o del tecnico di sistema eccetera". Il cliente ha un unico interfaccia che risponde in toto davanti a lui: colui che ha firmato il contratto e si è assunto l’impegno di portare a termine il progetto.

Di ogni singola rotellina che compone il meccanismo di una web agency o di un progetto, unico responsabile è l’agenzia o colui che sottoscrive un accordo come “pilota” del progetto. Si tratta di un contesto in cui le responsabilità dei singoli che, ripetiamo, non sono opponibili al cliente, vengano ben chiarite nei rapporti con l’agenzia o il “pilota”. Non farlo potrebbe portare non solo ad incomprensioni nell’esecuzione del progetto o con il cliente, ma anche a possibili successivi contenziosi che potrebbero sfociare in licenziamenti o rotture di contratti e di conseguenza dei rapporti interpersonali. Un rischio che deve essere decisamente evitato ed è per questo che è opportuno sempre contattare “prima”, un avvocato che non andare da lui “dopo” a danno ormai fatto.

Ecco che, da ciò scaturisce la necessità che non solo i contratti con il cliente siano redatti da un professionista che conosca la realtà della materia, ma che sia consapevole anche delle dinamiche del progetto e del ruolo di tutti coloro che vi contribuiscono.

Una web agency dovrà pertanto ben chiari non solo i compiti dei singoli, ma anche indicarli in un contratto che, salvo il caso del lavoro subordinato, specifichi le responsabilità e le eventuali limitazioni delle stesse. Possiamo citare, a titolo di esempio, le tempistiche delle consegne di materiali, il controllo di qualità e, aspetto sempre fondamentale e mai sufficientemente considerato, quello dei dati personali di clienti, follower e collaboratori stessi.

Insomma, ogni web agency e ogni professionista della rete, deve tutelare non solo i rapporti con i clienti, ma anche con tutti i collaboratori. Ne guadagnerà non solo in tranquillità, ma anche affidabilità e immagine sul mercato.

Gianni Dell’Aiuto Avvocato

Campagna su Facebook

Google Ads o Facebook Ads: quale scegliere?

Se gestisci un’impresa o sei un professionista ed hai intenzione di espandere il tuo pacchetto clienti, devi necessariamente sfruttare la pubblicità online, utilizzando due preziosi strumenti: Facebook Ads e Google Ads.

La pubblicità sui due colossi del web, che vantano miliardi di utenti attivi mensilmente, è l’ideale per dare una marcia in più alla tua strategia di marketing online.

Ma ti starai sicuramente chiedendo quale, tra Google Ads e Facebook Ads, sia lo strumento migliore nel tuo specifico caso.

Si tratta di una domanda che mi viene posta spesso, anche perché sul web si trovano opinioni discordanti.

Cerchiamo quindi di fare chiarezza e di scoprire qual è lo strumento di pubblicità online che fa al caso tuo.

Meglio Facebook Ads o Google Ads?

Se ti stai chiedendo quale delle due piattaforme è superiore, sappi che ti stai facendo la domanda sbagliata.

Si tratta infatti di due strumenti profondamente differenti: Facebook Ads agisce su un social network, mentre Google Ads mostra gli annunci a pagamento su un motore di ricerca.

Di conseguenza, i potenziali clienti che vedranno i tuoi annunci sulle due piattaforme sono differenti: si trovano, cioè, ad una fase diversa del funnel.

Insomma, le due piattaforme non vanno viste necessariamente come concorrenti, da utilizzare in maniera alternativa: la maggior parte delle aziende usa sia Facebook Ads che Google Ads, sfruttando i punti di forza di entrambe le due tipologie di advertising online.

L’utilizzo congiunto di Facebook e Google è in grado di garantire sia un aumento della visibilità del brand, sia un miglioramento delle vendite.

Trattandosi di due piattaforme differenti, in effetti, anche gli obiettivi perseguibili mediante le ads su Facebook sono diversi rispetto a quelli che puoi ottenere mediante gli annunci PPC su Google.

Per questa ragione non possiamo stabilire quale, tra Facebook Ads e Google Ads, sia la forma di pubblicità migliore.

Si tratta di due strumenti che vanno utilizzati insieme, in una strategia di marketing digitale integrata.

Facebook Ads per la brand awareness

Facebook Ads può aiutarti a migliorare la consapevolezza che il pubblico ha su di te o sulla tua azienda.

Ricorda che il pubblico sui social media, molto probabilmente, non è alla ricerca di un prodotto o di un servizio, ma sta utilizzando il social con altri scopi.

Difficilmente, dunque, Facebook Ads porterà a delle conversioni dirette (anche se ovviamente può succedere).

Piuttosto, la pubblicità su Facebook può aiutare aziende e professionisti a farsi conoscere da un più vasto pubblico, ad affermare il proprio nome tra quelli degli esperti in un determinato campo, ad ottenere nuovi contatti.

Il tutto a prezzi abbastanza bassi: gli annunci Facebook Ads sono infatti notoriamente abbastanza economici e, quindi,  anche budget non molto elevati consentono di raggiungere un pubblico abbastanza vasto.

Google Ads e le conversioni

Google Ads, invece, funziona in maniera differente. Gli annunci PPC di Google vengono infatti mostrati agli utenti che digitano determinate parole chiave.

A differenza dell’utente medio che utilizza i social media nel tempo libero, il potenziale cliente che effettua una ricerca su Google sa esattamente cosa sta cercando.

E, tra l’altro, lo sta cercando proprio in quel preciso istante.

A differenza della pubblicità su Facebook che promette ottimi risultati con un piccolo investimento, l’utilizzo di Google Ads prevede un budget maggiore; eppure, pagherai solamente se un utente farà click sul tuo annuncio o per ogni mille impression.

Tuttavia, il maggior prezzo è giustificato dal fatto che il traffico proveniente da Google è altamente qualificato. Utilizzando le parole chiave giuste, quindi, sarai in grado di aumentare le conversioni.

Chi ha visto il tuo annuncio su Google, in altre parole, ha una buona probabilità di concludere immediatamente l’acquisto.

Vuoi qualche consiglio in più su Google Ads e Facebook Ads? O magari non sai come impostare le tue campagne di advertising? Contattaci per una consulenza mirata!

Laura Caracciolo, Social Media Manager

comfort zone

Comfort zone nel digital

Tra marketing e dati ecco lo spazio personale in cui i Social Media Manager devono lavorare

La comfort zone è quell’area di sicurezza in cui ogni essere umano si sente protetto e, spesso, dalla quale non vuole uscire; è uno spazio di cui ognuno è geloso e difficilmente mette in mano ad altri le chiavi di accesso a questo spicchio di intimità. Da un lato gli psicologi e i coach motivazionali consigliano sempre di uscire dalla zona di comfort per crescere, migliorare la propria vita, i propri risultati personali ma, dall’altro lato, forze non solo interne spingono a non allontanarsi troppo da quell’area superprotetta in cui nessun male può accadere. Paura, aspetti caratteriali, esperienze del passato incidono ma anche elementi esterni vogliono che si rimanga dentro quegli spazi e, purtroppo, oggi complottano per fare sì che ognuno di noi resti nel suo angolo; tra questi i social.

Le piattaforme social hanno cambiato il nostro modo di vivere, le regole della comunicazione e tutte le interazioni personali e, di conseguenza, il mondo del marketing e della pubblicità. Sono nate nuove professioni e altre sono completamente cambiate. La figura della stenodattilografa è solo un ricordo di un passato che sembra lontanissimo mentre aziende e professionisti non possono prescindere da un buon social media manager che, come dice il nome, è la figura che si muove sui nuovi strumenti che mettono in contatto le persone.

Qualcuno ha detto che le piazze virtuali dei social sono addirittura un nuovo modo di vivere e il progressivo costante sviluppo del metaverso di cui Zuckerberg ci ha reso partecipi induce a ritenere che vivremo sempre più in nella realtà virtuale e potremo agire con gli altri utenti in maniera interattiva muniti di visori, guanti e esoscheletri.

Facciamo ora un passo indietro. Uno spazio social viene modellato da ogni singolo utente nel modo che più gli aggrada e il primo forse istintivo passo è quello di vietare l’accesso a persone sgradite, con cui non vuole interagire, che la pensano diversamente, che appartengono ad una razza o etnia che non piace o che, più semplicemente, stanno antipatiche. Forse non ci siamo fermati abbastanza a riflettere sulla circostanza che scegliere con chi interagire sui social è una forma di razzismo e intolleranza che raggiunge il suo apice quando, con un click, eliminiamo chi non gradiamo più nel nostro spazio. Come un dittatore taglia la testa ai suoi oppositori, l’utente social con la punta di un dito banna e blocca chi vuole e che, in quel momento, ha violato la sua comfort zone.

Se i sociologi avvertono di quanto questo atteggiamento possa portare a problemi di contatto umano e specialmente nei giovani, essere un inibitore di relazioni fisiche, gli operatori del web vanno in questa direzione e il percorso intrapreso sembra senza ritorno. Da qui la necessità per i social media manager di far muovere le possibili interazioni degli utenti tenendo presente che ogni volta in cui giunge all’interessato un messaggio sulla propria bacheca si va a toccare il suo spazio personale, la sua intimità. Un compito decisamente non semplice ed estremamente delicato quando, inoltre, si consideri che tutto ciò deve essere fatto prima di tutto nel pieno rispetto del GDPR ma anche tenendo presente che ogni errore o una eccessiva invadenza si può tramutare nella perdita di un follower e, conseguentemente, di un potenziale cliente.

Ricordiamo che sulle pagine degli utenti che hanno scelto di far parte di una community i messaggi e i post che vengono inviati compaiono perché è stato scelto di riceverli, ma basta un piccolo errore perché questa volta il click con cui si elimina una pagina o si esce da un gruppo perché l’immagine e il messaggio non rientrano più tra quelli benvenuti in una comfort zone. Allo stesso modo un’eccessiva analisi delle preferenze potrebbe configurare forma di trattamento dati che esula da quella accettata, ad esempio, da chi ha scelto di ricevere newsletter e si trova le caselle invase da troppa posta e pubblicità fin troppo personalizzate.

Da qui la necessità che aziende e imprenditori quando vanno a scegliere i loro social media manager non si lascino abbindolare solo dai risultati offerti, magari magnificati, da una web agency ma, prima di tutto, dalle modalità che saranno utilizzate per agire con i suoi follower ricordando che ogni singolo messaggio che inviano tocca quella privacy della sfera virtuale che ognuno di loro si è costruita intorno e vuole proteggere.

Non ultimo rischio, oltre a quello di perdere utenza, quello di una denuncia al Garante per la Privacy purtroppo spesso sottovalutato.

Gianni Dell’Aiuto

Avvocato

LinkedIn tutti i termini da conoscere per sfruttarlo al meglio

LinkedIn: tutti i termini da conoscere per sfruttarlo al meglio

LinkedIn è un Social Media diverso da tutti gli altri: ti permette di entrare in connessione con professionisti del tuo stesso settore ma anche di relazionarti con aziende affini con le quali instaurare delle proficue relazioni commerciali.

Eppure, se non conosci bene LinkedIn o se hai iniziato ad usarlo da poco, alcuni termini potrebbero sembrarti un po’ ostici.

Dunque, se sei una new entry su questa piattaforma ma vuoi comunque imparare a padroneggiarla al meglio per potenziare la tua attività o le tue connessioni professionali, sei nel posto giusto: analizzeremo insieme tutti i termini che devi assolutamente conoscere per sfruttare le potenzialità di LinkedIn.

Terminologia base: Profilo, connessioni, feed

Il primo termine da conoscere quando si inizia ad utilizzare LinkedIn è “profilo”; si tratta, in sostanza, della tua pagina, dove sono contenute le informazioni visibili agli altri utenti. Il tuo profilo LinkedIn è una sorta di curriculum che ti permette di mostrare la tua storia professionale.

Se hai un’azienda, devi aprire anche una pagina aziendale: si tratta del profilo specifico pensato per condividere informazioni aziendali, prodotti e notizie. Un’adeguata e curata pagina aziendale è molto utile anche per incrementare la brand awareness della tua azienda.

Passiamo adesso alle connessioni: si tratta delle persone che fanno parte della tua rete LinkedIn. Per fare un paragone con altri Social Media e capirci meglio, possiamo considerare le connessioni LinkedIn come l’equivalente degli amici su Facebook.

Puoi vedere tutti gli aggiornamenti ed i post condivisi dalla tua rete sul feed, che rappresenta l’insieme dei contenuti condivisi dalle tue connessioni.

All’interno del feed puoi anche vedere i post sponsorizzati, ossia tutti gli annunci per i quali le aziende hanno pagato.

Termini LinkedIn e lavoro: recruiter, competenze e conferme

LinkedIn, lo accennavamo, non è un Social come gli altri: grazie a questa piattaforma, è anche possibile trovare delle opportunità di lavoro.

Questo perché alcune aziende incaricano dei recruiter, ossia dei reclutatori, per la ricerca di nuovi dipendenti o collaboratori con cui avviare un rapporto di lavoro.

Un recruiter può pubblicare offerte di lavoro o contattare direttamente gli utenti che ritiene interessanti ed in linea con quanto ricercato dall’azienda.

Nella scelta dei recruiter avranno importanza le competenze e le conferme mostrate sui profili: i componenti della tua rete (magari colleghi o persone che hanno collaborato con te) possono infatti lasciare una sorta di feedback che confermi che le tue competenze sono reali.

Funzionalità aggiuntive: LinkedIn Pulse ed InMail

Se vuoi distinguerti dalla massa e se vuoi farti notare, oltre che per il tuo profilo e per le tue competenze, uno dei termini che devi assolutamente conoscere è LinkedIn Pulse.

Si tratta, in sostanza, della sezione blog di LinkedIn, che permette agli iscritti di postare dei blog post che possono avere un massimo di 125.000 caratteri.

E c’è un plus che ti farà apprezzare LinkedIn Pulse: la sezione potrà aumentare la tua visibilità in quanto i contenuti presenti su Pulse vengono indicizzati dai motori di ricerca.

Questo significa che coloro che ricercheranno sui motori di ricerca le parole chiave da te utilizzate, potranno trovare il tuo blog post su Pulse anche se non sono attualmente connessi con te su LinkedIn.

Si tratta, insomma, di un’opportunità in più per aumentare la tua visibilità.

Infine, l’ultimo termine da conoscere se hai iniziato ad utilizzare LinkedIn e vuoi sfruttarlo al meglio è InMail.

Non lo abbiamo ancora detto, ma LinkedIn non consente di inviare messaggi agli utenti se non fanno parte della tua rete.

InMail è una funzione premium che consente agli abbonati di inviare messaggi anche a profili con i quali non si è ancora stabilità una connessione.

Hai ancora qualche dubbio su LinkedIn e sul suo utilizzo ottimale per aziende e professionisti? Allora contattaci subito senza impegno.

Laura Caracciolo, Social Media Manager

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