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Quanti fan deve avere una pagina Facebook?

Molti se lo domandano: quanti fan deve avere una pagina Facebook per essere considerata “importante” o per essere notata da eventuali sponsor o da possibili influencer?

In realtà il numero dei fan è solo un miraggio, una illusione. Spinti dall'apparire piuttosto che dall'essere molti si pavoneggiano e sbandierano qua e là numeri strabilianti di fan e follower e con ciò si sentono davvero appagati. Eppure non è così. Sono tante le pagine che hanno migliaia e migliaia di fan ma, purtroppo, pochissime interazioni.

Non c’è nulla di più triste che vedere una pagina in teoria molto apprezzata e seguita con scarso engagement sotto ogni post.

Nessun commento, pochissime condivisioni, poche reazioni...

Questo accade quando si comprano fan oppure quando vengono inviate persone che non hanno alcun interesse ad interagire con la pagina: magari non ne condividono l’obiettivo o parlano un’altra lingua quindi i contenuti per loro sono del tutto incomprensibili.

Però, se i fan della pagina sono persone “in target” e i post non ricevono l’attenzione che vorremmo, forse vale la pena fermarsi e riflettere un attimo.

In un mondo come quello digitale, in continua evoluzione, esistono comunque dei punti fermi, dei capisaldi che ogni social media manager o chi si occupa della comunicazione dovrebbe sempre tener a mente.

Coinvolgere, dialogare, attivare le conversazioni, emozionare, informare sono gli unici imperativi su cui si dovrebbe basare una strategia di social media marketing che si rispetti.

In conclusione, quando mi chiedono quanti fan deve avere una pagina Facebook io rispondo sempre che è preferibile avere pochi seguaci ma attivi piuttosto che vantare un esercito numeroso ma immobile.

Laura Caracciolo, Social Media Manager

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Come gestire al meglio i social media

Cosa si può fare per gestire al meglio i social media? Cosa bisogna pubblicare? E’ giusto condividere gli articoli? Conviene intervenire per commentare? Se anche voi avete queste perplessità, ecco 7 consigli che vi saranno utili.

1- Regola n. 1: content is king. Create contenuti originali, contenuti che danno valore. Già, ma quali sono i “contenuti di valore”? sono quelli che

  • creano emozioni
  • risolvono dubbi
  • danno informazioni

Partite dal bisogno di chi vi legge: cosa vuol sapere il nostro pubblico? Quali problemi gli posso risolvere?

2- Avete già definito la vostra buyer persona, cioè il profilo tipo del vostro utente/cliente? Se non lo avete ancora fatto, è il caso di provvedere al più presto: solo così potrete sapere quali sono le sue necessità e quali contenuti cerca e, di conseguenza, cosa scrivere.

3- Anche il “persuasive copywriting” ha la sua importanza. Siate sempre positivi, eliminate i “non” e i “no” dalle frasi. Ad esempio: “Non hai voglia di soffrire il freddo e il gelo?” diventa “Ti piacerebbe restare caldo tutto l’inverno?”.

4- Siate sempre presenti rispondendo rapidamente (impegni permettendo) a messaggi e commenti, prestando attenzione ad ogni utente e rendendo le risposte coerenti con la mission dell’azienda e/o con la vostra storia personale.

5- Ogni volta che pubblicate un articolo o condividete un post altrui aggiungete sempre un tocco personale. Se state pensando di pubblicare un link semplicemente condividendolo, senza comunicare la vostra opinione in merito, allora fermatevi: meglio non pubblicarlo affatto. Ricordate che il pubblico continua a seguirvi solo se conosce i vostri punti di vista.

6- Non fate troppe domande. Di solito domandare vuol dire coinvolgere il pubblico e renderlo partecipe delle attività della vostra professione o azienda. Se si esagera, però, si ottiene l’effetto opposto: gli utenti non riusciranno a starvi dietro e si annoieranno per i troppi quesiti.

7- In medio stat virtus. Per aumentare l’engagement del pubblico è importante saper dosare i comportamenti: ponete pure domande, ma non troppe, siate divertenti ma senza esagerare, non abbiate paura di esprimere opinioni diverse dalla massa ma evitate informazioni inutili e non richieste!

Se vi attenete a queste semplici regole ecco che diventerà molto più agevole gestire al meglio i social media.

Laura Caracciolo, Social Media Manager

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Come creare engagement

Molte persone non appena creano un account sui social media sembrano bambini all’interno di una sala giochi. Vedono un mondo nuovo, affascinante, coinvolgente. La possibilità di pubblicare foto, storie e video è talmente entusiasmante che diventa impossibile opporre ogni qualunque forma di resistenza.

Così ogni giorno o più volte al giorno sono presenti sulle varie piattaforme con i loro selfie, i loro post, i loro racconti dando così sfogo al narcisismo ed alla voglia di protagonismo. Niente e nessuno li può fermare!

Pubblicare post è giusto, postare video e selfie anche, intendiamoci….

Però se si vuole creare una rete di contatti, interagire deve essere un imperativo non secondario soprattutto in un social media quale LinkedIn dove un buon network può essere di grande aiuto per lo sviluppo del proprio business.

Se il bello e la peculiarità di internet è proprio la bidirezionalità, questa deve essere realmente posta in essere se si vuole creare engagement.

In buona sostanza, fino a qualche anno fa la pubblicità tradizionale ci ha proposto un modello univoco: da una parte il brand o la persona che parla (bene ovviamente) di sé, dei suoi prodotti o servizi e dall’altra l’utente che deve accettare passivamente le informazioni senza poter interagire in alcun modo.

Nei social media, invece, è possibile commentare i post altrui, condividerli, esprimere il proprio parere attraverso recensioni.

Tutte queste attività, però, devono essere poste in essere realmente e quotidianamente e sono fondamentali per creareengagement” ovvero il coinvolgimento degli utenti.

Un rapporto univoco del tipo “io pubblico, tu leggi” a meno che non siate già una autorità nel vostro settore, è sterile, improduttivo, non crea engagement, non genera, cioè, coinvolgimento né passaparola e alla lunga stanca.

In fondo se “tu pubblichi e io devo leggere” perché non può avvenire anche il contrario, cioè “io pubblico, tu leggi”?!

Laura Caracciolo, Social Media Manager

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