Davvero l'influenza dei social è così penetrante nella nostra vita? Proviamo a scoprirlo leggendo questa profonda disamina dell'Avv. Gianni dell'Aiuto.

Persone che camminano in strada, in autobus, sul treno, o seduti ai tavoli di un bar concentrati sul proprio cellulare. Gruppi di ragazzi in cui ciascuno è intento a guardare il proprio schermo, spesso ignaro di ciò che avviene intorno.

Coppie che al ristorante parlano senza interruzione con il resto del mondo, mediante quel terminale che sembra sia diventato un’estensione fisiologica del braccio. Scene ordinarie nell’era del digitale in cui tutto, o quasi, può essere fatto in rete, comodamente seduti da casa.

I social hanno davvero cambiato la nostra vita?

Ebbene sì: l'influenza dei social ha cambiato il nostro modo di vivere, di comunicare, di lavorare. Fino alla fine degli anni Novanta, il fax sembrava già uno strumento rivoluzionario; poi il PC ha mandato in soffitta la macchina da scrivere, la carta copiativa e le stenodattilografe.

Alcuni lavori non esistono più anche se il web ne ha creati altri: dall’analista di sistema al programmatore fino ad arrivare ai blogger, agli influencer, ai social media manager e chissà quante altre se ne creeranno.

I vantaggi della tecnologia

Possiamo usare al meglio le nuove tecnologie e l’Internet delle cose (IoT) è in costante sviluppo: che bello arrivare a casa dal lavoro e avere programmato dallo smartphone un bagno caldo, la musica preferita e una tazza di tè bollente. Dal divano di casa possiamo lavorare, fare la spesa, pagare le bollette, frequentare corsi di cucina e di lingue, mantenerci in forma con lezioni di fitness, yoga e, infine, socializzare.

L'influenza dei social nella vita quotidiana è notevole e negarlo vorrebbe dire mentire a noi stessi. Quanti di noi come primo gesto al risveglio controllano status e messaggi prima ancora del caffè? Esistono persone che, come primo gesto quotidiano, mandano a decine di contatti il “buongiornissimo” e invitano i loro amici e follower a bere un Kaffeissimo.

Qualcuno addirittura non esce di casa senza avere ascoltato il consiglio quotidiano del suo influencer. Estremismi ed esagerazione? Vorrei tanto essere smentito.

Quanto incidono i social nella nostra vita sociale?

I social sono i più vasti oceani nel mondo della rete: quel mare magnum di cui si dice che “se non ci sei non esisti”. Sono piazze, virtuali, dove le persone si incontrano, si conoscono, si scambiano opinioni, simpatizzano e, forse, dopo passano al contatto reale. Mark Zuckerberg ha contribuito alla definitiva estinzione delle agenzie matrimoniali.

Ma siamo sicuri che i social siano piazze e non altro? Circola in rete la barzelletta di un tizio che, invece di postare status su Facebook, decide di farlo, come avremmo fatto in passato, su una vera piazza. Va quindi in giro a dire che cosa ha mangiato, fa vedere le foto del suo gatto, tocca le persone dicendogli “mi piaci” e cerca di intervenire nelle conversazioni altrui. Conclude dicendo che i suoi follower sono i carabinieri e uno psichiatra. Mi sembra un quadro molto aderente a una possibile realtà non virtuale.

I social non sono gratis

L'influenza dei social è assodata insomma. Adesso, tuttavia, dobbiamo porci la domanda essenziale. Chi paga i social? Avete mai riflettuto sul fatto che l’iscrizione è gratuita?

Il costo dei social è sostenuto dalle aziende e dagli utenti; sono proprio questi ultimi che pagano con i loro dati e fanno girare un’economia che è, probabilmente, già quella più importante del mondo. Le aziende pagano non solo con la pubblicità, ma anche con la loro attività di posizionamento che permette di farci apparire sugli schermi il loro prodotto come primo della ricerca.

Non esiste più, se non per piccole realtà locali, il cartellone sulla strada che si spera qualcuno legga e, in conseguenza del quale, entri in quel negozio o compri quella specifica bibita o detersivo.

Queste aziende faranno girare sempre più la loro pubblicità e la loro esistenza basandosi sui click e i like che vengono raccolti online, nel luogo dove avvengono le maggiori interazioni e, di conseguenza, le profilazioni dell’utenza.

Un professionista sa bene che il cliente si rivolgerà a lui dopo che avrà verificato i suoi successi online e tra un avvocato o un medico che hanno pagine web di successo ed uno che, viceversa, non si trova in rete a chi è più probabile si rivolga un utente di internet?

I social potranno solo svilupparsi e crescere; chissà quale sarà il prossimo. E un genitore che, prima, diceva ai figli studia se vuoi diventare medico ben potrebbe dire oggi gioca al pc per diventare influencer.

Avv. Gianni Dell’Aiuto