I social non funzionano

I social non funzionano: se anche tu la pensi così prenditi 2 minuti di tempo per leggere questo articolo.

Oramai lo sappiamo bene tutti: la pandemia Covid19 tuttora in corso ha dato un’accelerata al progresso ed in men che non si dica ci siamo ritrovati tutti “social”.

Facebook, Instagram, Linkedin, Twitter… in un attimo c’è stata la corsa a presidiare tutte le piattaforme in modo da accaparrarsi visibilità e presenza.

Terminato il primo periodo di grande entusiasmo, che più o meno è avvenuto intorno al primo lockdown, molti tra imprenditori e professionisti hanno cambiato idea e sono quasi diventati scettici circa la possibilità di utilizzare i social a beneficio della propria attività professionale o di impresa.

Così si è passati da una prima fase di presidio di ogni canale ad una fase di quasi abbandono delle piattaforme perché tanto

i social non funzionano

È vero, siamo un popolo latino, siamo amanti del contatto personale e delle relazioni dirette. Digeriamo un po' male l’idea di interfacciarci via web con clienti siano essi già acquisiti o potenziali.

Crediamo fortemente nel passaparola nel quale è radicato fortemente ogni nostro business e ogni scusa è buona per dare la colpa a Facebook.

Eppure, che ci piaccia o no dobbiamo conciliare il web con le relazioni interpersonali.

I social sono un mezzo di comunicazione potente, non possiamo ignorarli o trascurarli. I social non sono il futuro: sono il presente. Il nostro presente.

Tanto per dare un’idea… è di questi giorni la notizia che la celebre azienda svedese IKEA ha deciso, dopo ben 70 anni, di non stampare più il catalogo ma di gestire meglio i social media perché “tanto oramai gli utenti sono tutti sui social”.

Eppure, ancora oggi qualcuno insiste. I social non funzionano.

Corretto, giusto.

I social non funzionano se:

  • Non c’è una strategia a monte. Questo accade quando non si definiscono gli obiettivi, non si studia il mercato in cui si opera, non si definisce bene il target di riferimento…
  • Non c’è un piano editoriale ben definito e manca un calendario editoriale preciso: semplicemente ogni giorno si decide cosa pubblicare e dove.
  • Non c’è continuità nella pubblicazione: si pubblica “quando si ha tempo”
  • Non c’è una gestione professionale: i post sono privi di immagini adeguate, per non perdere tempo si collegano gli account, il copy non è adeguato, il linguaggio è troppo tecnico….
  • Non si realizzano campagne, non si progettano funnel cioè veri e propri percorsi che portano gli utenti a prendere decisioni di acquisto.

Insomma, l’improvvisazione non porta a nulla. È solo una perdita di tempo e nuoce fortemente all’immagine dell’azienda o del professionista.

Meglio non esserci affatto. Peccato, però. Se anche voi state ragionando in questo modo, sappiate che questa soluzione offre spazio ai vostri concorrenti.

In un mercato fortemente competitivo non basta saper fare: bisogna anche far sapere.

Laura Caracciolo, Social Media Manager

Per approfondire leggi anche https://www.emeracomunicazione.it/2020/04/15/lecommerce-oggi-al-tempo-del-coronavirus/

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