“Pensiamo a tutto noi!” Queste parole, magari dette con trono trionfalistico, possono essere la sintesi di un progetto che viene presentato dalla Web Agency al cliente che, entusiasmato da slide elettrizzanti, parole persuasive e convincenti, immagini accattivanti, decide di accettare il preventivo che viene proposto e, finalmente, il contratto è concluso.
Abbiamo già parlato su questa pagina dei rischi che si corrono non definendo compiutamente i termini contrattuali con un cliente, ma una Web Agency deve preoccuparsi anche dei rischi che corre al proprio interno e proteggersi da quello che possiamo chiamare il fuoco amico.
Il servizio completo che viene offerto sul mercato, infatti, richiede la partecipazione di più professionisti specializzati che possono andare dal social media manager al web developer; aggiungiamo il copywriter e, se richiesto, anche un community manager e, non dimentichiamoli, grafici, designer e fotografi oltre ai video maker e potremmo trovare anche altre figure in base ai contenuti dell’accordo e alle necessità del cliente.
Tutti i soggetti qui indicati possono essere inquadrati come dipendenti ma, come ben sappiamo, in moltissime realtà si tratta di professionalità non sempre presenti all’interno di un’unica struttura e, di conseguenza, devono essere contrattualizzate per periodi di tempo o su singoli progetti. Parliamo quindi sia di web agency strutturate sia di singoli professionisti che, una volta concluso un accordo, hanno bisogno di competenze di cui non dispongono. In entrambi i casi un eventuale errore, una dimenticanza, la cattiva esecuzione di parte del proprio compito da parte di un collaboratore o dipendente, sono evenienze che al cliente non possono essere giustificate da parte del titolare di una web agency (o dal professionista che si avvale di collaboratori) con la classica risposta “Non è colpa mia, ma del fotografo, della copywriter o del tecnico di sistema eccetera". Il cliente ha un unico interfaccia che risponde in toto davanti a lui: colui che ha firmato il contratto e si è assunto l’impegno di portare a termine il progetto.
Di ogni singola rotellina che compone il meccanismo di una web agency o di un progetto, unico responsabile è l’agenzia o colui che sottoscrive un accordo come “pilota” del progetto. Si tratta di un contesto in cui le responsabilità dei singoli che, ripetiamo, non sono opponibili al cliente, vengano ben chiarite nei rapporti con l’agenzia o il “pilota”. Non farlo potrebbe portare non solo ad incomprensioni nell’esecuzione del progetto o con il cliente, ma anche a possibili successivi contenziosi che potrebbero sfociare in licenziamenti o rotture di contratti e di conseguenza dei rapporti interpersonali. Un rischio che deve essere decisamente evitato ed è per questo che è opportuno sempre contattare “prima”, un avvocato che non andare da lui “dopo” a danno ormai fatto.
Ecco che, da ciò scaturisce la necessità che non solo i contratti con il cliente siano redatti da un professionista che conosca la realtà della materia, ma che sia consapevole anche delle dinamiche del progetto e del ruolo di tutti coloro che vi contribuiscono.
Una web agency dovrà pertanto ben chiari non solo i compiti dei singoli, ma anche indicarli in un contratto che, salvo il caso del lavoro subordinato, specifichi le responsabilità e le eventuali limitazioni delle stesse. Possiamo citare, a titolo di esempio, le tempistiche delle consegne di materiali, il controllo di qualità e, aspetto sempre fondamentale e mai sufficientemente considerato, quello dei dati personali di clienti, follower e collaboratori stessi.
Insomma, ogni web agency e ogni professionista della rete, deve tutelare non solo i rapporti con i clienti, ma anche con tutti i collaboratori. Ne guadagnerà non solo in tranquillità, ma anche affidabilità e immagine sul mercato.
Gianni Dell’Aiuto Avvocato