Cara mamma, io non so ancora se sarò maschio o femmina, però so che il mio arrivo lo hai comunicato già a tutti. Lo hai detto non solo a voce al papà, ai nonni e qualche amica, ma lo hai fatto sapere all’intera umanità mediante i tuoi social. Lo so che sei una mamma social, e sono contento per questa tua scelta, ma io preferirei aspettare. Perché? Se mi ascolti cerco di spiegartelo.
Hai pubblicato la foto del test di gravidanza, hai scritto che sono in viaggio e che tra poco arriverò; durante questo periodo farai vedere quanto ingrosserà la tua pancia e al mio arrivo farete tante foto con il papà per far vedere quanto sono bello, farai vedere la mia cameretta e la mia prima poppata. Quel giorno, cara mamma, così facendo, metterai a disposizione di internet, di tutti coloro che ci navigano, il mio nome e cognome, la mia data di nascita, il mio codice fiscale e anche qualche dato tuo e di papà. Non ti seguono solo gli amici e anche se hai un profilo chiuso, quelli cattivi ci possono accedere. Chi sono i cattivi? Quelli che neppure tu conosci, ma che hanno uno schermo e una tastiera e non aspettano altro che tu pubblichi le mie foto. E non solo.
Il giorno della mia nascita permetterai a qualcuno, che non aspettava altro, di creare un altro me; un doppione. Non un me falso, ma un altro me vero, perché tutti i dati, le informazioni, le foto, sono tutte cose vere. Lo sapevi mamma? Sai che esiste qualcuno che ha a disposizione tempo, programmi e computer può da quel giorno seguire grazie a queste informazioni tutta la mia vita? Quando io avrò l’età per usare un cellulare e avere il mio social, e lo avranno i miei compagni di scuola, il mio doppione potrò chiedere loro l’amicizia e magari parlarci al posto mio. Mi hai messo già da adesso in mano a chissà chi.
Lo so che sarebbe vietato da qualche legge usare i miei dati, ma lo fanno e tu, oltretutto, stai già creando una mia identità digitale che sarà profilata da algoritmi che possono già aiutarci a decidere quello che mangeremo e i miei videogiochi preferiti che, forse, ancora non esistono ma saranno creati grazie anche a te e a papà. Cara mamma, queste foto possono essere lette insieme a tutte le altre informazioni che fai girare in rete, ai like che mettete tu e papà, ai negozi che frequentate e alla spesa che fate perché non è solo la rete che ci spia, ma anche il supermercato sotto casa.
Dici di no? E invece tu stai regalando a qualcuno tutta la nostra famiglia, tutti i nostri comportamenti e tutte le nostre abitudini. Lo fai con quella fidelity card che fa sapere a qualche grande azienda che preferisci i formaggi e il pesce e mangi meno carne. Quell’azienda saprà che io sto crescendo quando sulla tesserina non appariranno più gli omogeneizzati e ci troveremo più merendine. Ci hai pensato?
La spesa però va fatta, cara mamma. Per quella fai solo un po’ più di attenzione. Quello che io temo di più è che tu continuerai a postare le mie foto dei compleanni, del mio primo giorno di scuola, delle feste e della prima comunione, di quando mi romperò un braccio giocando. Quelle foto possono essere scaricate e circolare in giro. Si chiama Digital Kidnapping mamma, rapimento digitale, non aiutarli per favore. Se poi fai anche vedere il giardino dove mi porti ogni giorno a giocare qualcuno potrebbe anche rapirmi davvero, ci hai pensato? Sapevi mamma che potrebbero anche vendere il mio doppione per un gioco di ruolo tra adulti su Telegram o a qualcuno che, sempre con il mio volto, può creare filmini pedopornografici. Questo è il deepfake mamma, per favore non consegnarmi a questi sconosciuti.
Inoltre, in questa maniera tutti potranno vedere anche come si modifica il mio viso e sapere come sarò a 18 anni. Così, anche se io decidessi di non usare i social e non far vedere il mio volto, qualcuno potrebbe usarlo per un passaporto da vendere sul dark web e, sempre con i miei dati, aprire qualche account per farmi votare un influencer su Instagram o chi vincerà il prossimo Grande Fratello. Ma questo è il meno; potrei anche scoprire che il mio nome e la mia foto sono stati usati per fare truffe a mio nome. Io non sono d’accordo.
Sai mamma, sono venuto anche a sapere che molte altre mamme mettono sui social le nostre foto dopo che abbiamo fatto una marachella, questo lo chiamate kid shaming. Ammetto potrebbe essere simpatico far sapere a tutto il mondo che ho fatto la cacca sul divano o mi sono pulito ai tuoi vestiti le mani sporche di marmellata, ma quella foto potrebbe crearmi qualche problema quando sarò grande: a questo non ci pensi? Internet ha una memoria enorme ed eterna e chissà che tra qualche anno un bullo a scuola non si voglia divertire a mie spese e la facesse girare tra tutti gli amici.
Quindi cara mamma, per favore, pensa che tu stai creando fin da adesso, e senza il mio permesso la mia identità digitale fatta di immagini, dati, riferimenti, interazioni. Sei proprio sicura che tutto ciò mi stia bene? Ci vediamo tra nove mesi.
Avv. Gianni Dell’Aiuto